Un romanzo come richiesta di giustizia
Mariapia Veladiano, scrittrice cattolica praticante, ha definito il suo ultimo romanzo, ‘Dio nella polvere’, come una ‘grande richiesta di giustizia’. L’opera affronta il tema degli abusi perpetrati da preti pedofili, le coperture garantite dai superiori e, in una certa misura, anche da una parte della comunità di fedeli influenzata da una specifica cultura cattolica. Durante la presentazione a Pordenonelegge, Veladiano ha sottolineato come il libro, pur essendo un’opera di finzione, trae ispirazione da fatti reali, sebbene non identificabili, e sia supportato da una vasta documentazione sul fenomeno.
Il silenzio in Italia e il ruolo della Chiesa
Veladiano ha evidenziato come il fenomeno degli abusi sia particolarmente rilevante in Italia, nonostante le inchieste e i provvedimenti adottati da diverse diocesi in altri paesi. A suo parere, due sono le ragioni principali del silenzio nel contesto italiano: una scarsa presenza di giornalismo d’inchiesta e una massiccia presenza del clero. L’autrice ha insistito sulla necessità che la Chiesa si schieri dalla parte delle vittime, anziché proteggere i colpevoli o limitarsi a trasferirli. ‘Il fatto grave non è l’esistenza del fenomeno, ma la sua copertura’, ha affermato Veladiano, criticando la politica ecclesiastica che spesso mira alla prescrizione dei reati.
Iniziative e criticità nelle diocesi italiane
Veladiano ha riconosciuto che molte diocesi italiane hanno istituito centri di protezione dei minori, ma ha elogiato in particolare l’iniziativa della diocesi di Bolzano-Bressanone. Questa diocesi si distingue per aver commissionato uno studio approfondito sul fenomeno a uno studio di avvocati svizzeri, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati. L’autrice ha concluso sottolineando che la credibilità della Chiesa è strettamente legata alla sua capacità di affrontare e risolvere il problema degli abusi in modo trasparente e responsabile.
Un appello alla trasparenza e alla responsabilità
Il romanzo di Mariapia Veladiano rappresenta un coraggioso atto di denuncia e un invito urgente alla Chiesa a confrontarsi apertamente con il problema degli abusi. La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per ristabilire la fiducia e garantire giustizia alle vittime, proteggendo al contempo l’integrità dell’istituzione ecclesiastica.
