Un testa a testa emozionante
La serata finale del Premio Campiello 2025 è stata caratterizzata da un duello avvincente tra Wanda Marasco e Fabio Stassi, un confronto che non si vedeva da anni. Alla fine, ‘Di spalle a questo mondo’ di Marasco ha prevalso con 86 voti, distanziando di soli tre voti ‘Bebelplatz’ di Stassi, che si è fermato a 83. Un risultato che ha tenuto con il fiato sospeso il pubblico e la giuria fino all’ultimo momento.
‘Di spalle a questo mondo’: un romanzo classico sulla follia
Il romanzo vincitore, ‘Di spalle a questo mondo’ (Neri Pozza), è ambientato nella Napoli di fine Ottocento e narra la storia del medico Ferdinando Palasciano e di sua moglie, la contessa Olga Pavlova Vavilova, che lui guarisce da una zoppia. Marasco esplora il tema della follia come una forma di sapere, una lente attraverso cui osservare la realtà e svelare i mostri nascosti nell’animo umano. L’autrice stessa ha dichiarato di aver utilizzato la follia come “un terzo sguardo” nei suoi romanzi, una capacità di rivelare l’uomo e le sue visioni. Il romanzo è stato accostato alla celebre canzone ‘La cura’ di Franco Battiato, sottolineando la sua profondità emotiva e la sua capacità di toccare le corde dell’anima.
Gli altri finalisti: un panorama variegato della narrativa italiana
Oltre a Marasco e Stassi, la cinquina finalista del Premio Campiello 2025 ha offerto un panorama variegato della narrativa italiana contemporanea. Monica Pareschi si è classificata terza con ‘Inverness’ (Polidoro), una raccolta di racconti taglienti e spietati che esplorano i mostri della nostra interiorità. Alberto Prunetti ha presentato ‘Troncamacchioni’ (Feltrinelli), un romanzo che racconta la Maremma mineraria attraverso documenti e memorie popolari. Marco Belpoliti ha chiuso la cinquina con ‘Nord Nord’ (Einaudi), un viaggio alla scoperta del significato del Nord per noi, tra Milano, la Brianza e Monza, incontrando figure chiave della vita culturale come Alberto Arbasino e Ferdinando Scianna.
Omaggio a Stefano Benni e riconoscimenti speciali
La serata è stata anche l’occasione per ricordare Stefano Benni, scomparso pochi giorni prima, attraverso alcuni video che ne celebravano l’ironia e la genialità. Sono stati inoltre premiati i vincitori degli altri riconoscimenti previsti dalla Fondazione Il Campiello: il Premio alla carriera a Laura Pariani, l’Opera Prima ad Antonio Galletta per ‘Pietà’ (Einaudi), il Premio Giovani a Giacomo Bonato per ‘Verso Oriente’, e i vincitori del Campiello Junior e del Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundations.
Un premio che celebra la diversità della narrativa italiana
Il Premio Campiello 2025 ha confermato la sua importanza come vetrina della narrativa italiana contemporanea, premiando un romanzo che affronta temi complessi come la follia e la diversità con profondità e sensibilità. La vittoria di Wanda Marasco è un riconoscimento al suo talento e alla sua capacità di raccontare storie che ci interrogano e ci commuovono.
