Svolta nell’Inchiesta: Revenge Porn nel Mirino

L’indagine della Procura di Roma sul video rubato dall’abitazione della fidanzata di Stefano De Martino assume una nuova dimensione con l’aggiunta del reato di revenge porn. Oltre all’accesso abusivo al sistema informatico, i magistrati di piazzale Clodio mirano ora a colpire chi ha diffuso il video su varie piattaforme online. Questa svolta, che porta il caso all’attenzione del gruppo specializzato in reati di genere, è significativa perché la legge n.69 del 2019, nota come Codice Rosso, punisce severamente la condivisione non consensuale di materiale intimo.

Non Solo l’Hacker: Indagati Anche i Condivisori

L’attività degli inquirenti non si limita più a chi ha materialmente sottratto e pubblicato il video, ma si estende a tutti quegli utenti che lo hanno condiviso, commentato e diffuso su chat e forum. Questa nuova direzione investigativa sottolinea la responsabilità collettiva nella diffusione di materiale privato e la gravità delle conseguenze legali per chi contribuisce alla sua viralità.

La Cronologia dei Fatti: Dalla Scoperta alla Denuncia

La vicenda ha avuto inizio quando Stefano De Martino ha ricevuto un messaggio da un follower che lo informava della circolazione di video intimi suoi e della fidanzata. Realizzando che la sua privacy era stata violata, il conduttore ha sporto denuncia alle autorità. Insieme alla fidanzata, De Martino si è recato al commissariato di Porto Cervo per denunciare l’accaduto, nel tentativo di arginare la diffusione del video, che nel frattempo aveva raggiunto numerose piattaforme online.

L’Intervento del Garante della Privacy e le Denunce

L’intervento del Garante della Privacy ha contribuito a limitare la visibilità del video, ma non ha impedito che fosse scaricato e diffuso su chat private. De Martino e la fidanzata, assistiti dagli avvocati Lorenzo Contrada e Angelo e Sergio Pisani, hanno quindi presentato una seconda denuncia, rafforzando l’azione legale contro la violazione della loro privacy.

Indagini Parallele a Roma e Tempio Pausania

Oltre all’inchiesta della Procura di Roma, anche la procura di Tempio Pausania è al lavoro sul caso, procedendo per diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Questa indagine parallela si concentra sulla fattispecie individuata nella prima denuncia presentata da De Martino, ampliando ulteriormente il raggio d’azione delle autorità.

Riflessioni sulla Privacy e la Responsabilità Digitale

Questo caso solleva importanti questioni sulla privacy nell’era digitale e sulla responsabilità degli utenti nella diffusione di contenuti online. La viralità dei video intimi, spesso alimentata da una curiosità morbosa e dalla mancanza di consapevolezza delle conseguenze legali, evidenzia la necessità di una maggiore educazione digitale e di una riflessione critica sul nostro comportamento online.

Di veritas

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