Un romanzo sulle radici e la resilienza

Michel Jean, scrittore e giornalista d’inchiesta di origini innu, ha presentato al Festivaletteratura di Mantova il suo romanzo ‘Kukum’ (MarcosyMarcos), un’opera che affonda le radici nella storia e nella cultura degli indigeni canadesi di origine innu. Il libro racconta la storia di Almanda, la bisnonna dell’autore, e del suo amore per Thomas, un indigeno nomade, sullo sfondo di un’epoca segnata dall’espropriazione delle terre e dalla colonizzazione. ‘Kukum’ è un viaggio emozionante e delicato alla scoperta di una comunità indigena e delle sue tradizioni, un grido di resistenza contro l’oblio e la cancellazione.

Colonizzazione ieri e oggi: un parallelismo inquietante

Durante la sua presentazione, Michel Jean ha tracciato un parallelismo inquietante tra le politiche di colonizzazione del passato e le dinamiche contemporanee. Riferendosi a progetti come quello di una “Gaza di lusso con vista sul mare”, Jean ha sottolineato come persista una mentalità che considera i territori come risorse da sfruttare, senza riguardo per le popolazioni che li abitano. “Questo dimostra che c’è una sorta di riflesso innato nelle persone che le porta a pensare che un territorio si possa semplicemente prendere spostando le persone che ci vivono già”, ha affermato. Nonostante i tentativi di cancellare e mettere a tacere le culture indigene, Jean ha ribadito con orgoglio: “Ci siamo ancora, abbiamo resistito”.

Le conseguenze durature della colonizzazione

Michel Jean, autore di dodici libri e con oltre 475.000 copie vendute solo in Québec, non si definisce uno scrittore militante, ma piuttosto un narratore che cerca di mostrare “l’altra parte della storia”. Attraverso ‘Kukum’, Jean porta alla luce le conseguenze durature della colonizzazione, come l’uso di droghe, alcol e violenza nelle riserve, fenomeni che derivano dalla sedentarizzazione forzata e dalla perdita dei territori ancestrali. L’autore denuncia anche la pratica, protrattasi per decenni, di allontanare i bambini innu dalle loro famiglie e dalla loro cultura, mandandoli in collegi.

Un nuovo ordine mondiale e le preoccupazioni del Canada

Le recenti dichiarazioni dell’ex presidente Trump sulla volontà di annettere il Canada hanno suscitato preoccupazione e sconcerto nel paese. Michel Jean, pur guardando a questi eventi con gli occhi di uno scrittore, non nasconde le inquietudini del Canada di fronte a un panorama geopolitico in evoluzione. “Se guardiamo a quello che hanno fatto con gli autoctoni che vivono negli Stati Uniti non è molto rassicurante per gli autoctoni canadesi. Un’altra conseguenza è che il Canada e il Quebec ora si rivolgono maggiormente verso l’Europa, in cerca di un alleato sicuro, visto che gli Stati Uniti non lo sono più. Sta iniziando a disegnarsi un po’ un nuovo ordine mondiale”, ha riflettuto Jean. In segno di protesta, molti canadesi, tra cui lo stesso Michel Jean, boicottano i prodotti americani.

‘Kukum’: un romanzo d’amore e d’amicizia per raccontare la storia

‘Kukum’ non è solo un romanzo storico, ma anche una storia d’amore e d’amicizia. Attraverso gli occhi di Almanda, la bisnonna dell’autore, il lettore scopre la bellezza e la forza della cultura innu, il legame profondo con la terra e la resilienza di un popolo che ha saputo resistere alle avversità. Michel Jean utilizza un linguaggio delicato e poetico per affrontare temi complessi e dolorosi, invitando il lettore a riflettere sulle conseguenze della colonizzazione e sulla necessità di preservare le culture indigene. “Preferisco raccontare tutto questo in un romanzo in cui si parla di amore e amicizia piuttosto che politico. Urlo, ma con voce dolce”, ha affermato Jean.

Un invito alla riflessione e all’empatia

La presentazione di ‘Kukum’ al Festivaletteratura di Mantova è stata un’occasione preziosa per riflettere sulle dinamiche di potere, sulla colonizzazione e sulla resilienza delle culture indigene. Michel Jean, con la sua voce pacata ma ferma, ci invita a guardare la storia da un’altra prospettiva, a riconoscere le ingiustizie del passato e a costruire un futuro più equo e rispettoso delle diversità culturali. ‘Kukum’ è un libro che parla al cuore e alla mente, un’opera che ci ricorda l’importanza di non dimenticare le nostre radici e di difendere i diritti dei popoli indigeni.

Di euterpe

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