Un mito senza tempo rivive a Volterra

Nel cuore di Volterra, città etrusca dalla storia millenaria, l’arte contemporanea si confronta con un mito intramontabile: quello di Medusa. L’artista Cristiano Sabelli presenta la sua opera “Non guardare ciò che vedi ma il suo riflesso”, una scultura in alabastro e ossidiana che rilegge la figura di Medusa in chiave contemporanea, invitando lo spettatore a una profonda riflessione interiore. L’opera sarà esposta dal 19 settembre fino al 20 settembre presso la suggestiva Saletta del Giudice Conciliatore nel Palazzo dei Priori.

L’ispirazione caravaggesca e la trasformazione del mito

Sabelli trae ispirazione dal celebre dipinto “Scudo con testa di Medusa” di Caravaggio, reinterpretando il mito in una chiave di redenzione e trasformazione. Nella scultura, Medusa non è solo il mostro decapitato, ma anche il simbolo di una sofferenza che giunge al termine. La sua immagine riflessa sullo scudo/specchio/pupilla in alabastro, pietra associata alla purezza, alla bellezza e alla protezione, rappresenta la fine del martirio e della condanna che la costringevano all’esilio.

L’ossidiana: uno specchio per l’anima

Un elemento chiave dell’opera è l’utilizzo dell’ossidiana, una pietra vulcanica dalle proprietà apotropaiche. La superficie lucida dell’ossidiana funge da specchio, invitando lo spettatore a confrontarsi con le proprie paure e i propri traumi. Come Medusa, l’ossidiana ha un potere protettivo e trasformativo, capace di far riemergere idee e immagini dal profondo, conducendo l’individuo alla sconfitta dei propri mostri interiori. L’opera diventa così un invito all’introspezione e alla guarigione, un percorso attraverso il quale trasformare le proprie fragilità in forza.

Volterra: una cornice ideale per l’arte e la riflessione

La scelta di Volterra come sede espositiva non è casuale. La città, con la sua storia millenaria e il suo ricco patrimonio artistico, offre una cornice ideale per un’opera che invita alla riflessione e alla scoperta di sé. Il Palazzo dei Priori, simbolo del potere civico e della giustizia, accoglie la scultura di Sabelli, creando un dialogo suggestivo tra passato e presente, tra mito e realtà.

Un’opera d’arte come strumento di guarigione

L’opera di Cristiano Sabelli ci ricorda il potere trasformativo dell’arte, capace di curare le ferite dell’anima e di illuminare le zone d’ombra della nostra interiorità. In un momento storico segnato da incertezze e paure, l’artista ci invita a guardare oltre l’apparenza, a confrontarci con i nostri mostri interiori e a trovare la bellezza nella trasformazione. La Medusa di Sabelli non è solo un mostro da sconfiggere, ma anche un simbolo di resilienza e di speranza.

Di euterpe

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