Il disagio nella magistratura: le parole di Margherita Cassano

Margherita Cassano, primo presidente della Corte di Cassazione, ha espresso serie preoccupazioni riguardo lo stato della magistratura italiana durante la cerimonia di intitolazione a Valerio Onida dell’aula multimediale della Scuola Superiore della Magistratura a Scandicci (Firenze). Cassano ha dichiarato di percepire “segnali di grandissimo disagio, segnali di grande criticità, e tendenze” all’interno della magistratura, che portano a “interpretare in maniera sempre più burocratica, impiegatizia il proprio ruolo”.

La presidente ha sottolineato come stia prendendo piede l’idea che le aspettative individuali dei magistrati stiano prevalendo sulle esigenze della collettività e sulla richiesta di giustizia da parte dei cittadini. “Io penso esattamente l’opposto”, ha affermato Cassano, suggerendo che la Scuola Superiore della Magistratura dovrebbe dedicare maggiore attenzione alla deontologia del magistrato e al significato profondo del loro “Ius dicere”.

L’appello alla motivazione ideale e la crisi di vocazione

Cassano ha lanciato un appello alla motivazione ideale dei magistrati, esortandoli a non anteporre la propria stanchezza alle necessità del corpo sociale e ai drammi umani che quotidianamente si presentano davanti a loro. “Se c’è una forte motivazione ideale, questa forte motivazione ideale che voi avete dimostrato come componenti della Scuola permette di dimenticare questa sorta di stanchezza intellettuale e fisica, perché c’è la proiezione verso l’altro nella valorizzazione della sua dignità, della sua centralità nella vita di uno Stato democratico”, ha dichiarato.

Un dato allarmante evidenziato da Cassano è l’aumento del numero di giovani studenti che, pur avendo superato il difficile concorso in magistratura, scelgono di abbandonare la professione al termine del tirocinio per intraprendere altre carriere. “E’ un dato oggettivo, i numeri parlano da sé”, ha osservato, sottolineando che questo fenomeno rappresenta un campanello d’allarme su cui l’intera comunità deve interrogarsi. Le cause di questo abbandono possono essere molteplici e interpretabili in diversi modi, ma il rischio concreto è una “deriva burocratica della magistratura che sarebbe proprio la negazione dell’insegnamento del professor Onida”, una deriva che, secondo Cassano, non può essere accettata.

Valerio Onida: un esempio di integrità e impegno

L’intitolazione dell’aula multimediale a Valerio Onida rappresenta un omaggio a una figura che ha incarnato l’integrità e l’impegno nella magistratura. Le parole di Margherita Cassano richiamano l’importanza di preservare questi valori e di contrastare la tendenza alla burocratizzazione della professione, che rischia di compromettere la fiducia dei cittadini nella giustizia.

Riflessioni sulla crisi della magistratura

Le parole di Margherita Cassano sollevano interrogativi profondi sullo stato della magistratura italiana e sulle sfide che la attendono. Il disagio crescente, la perdita di motivazione e l’abbandono della professione da parte dei giovani magistrati sono segnali di una crisi che va affrontata con urgenza e determinazione. È necessario un ripensamento profondo del ruolo del magistrato nella società contemporanea, valorizzando l’etica professionale, la passione per la giustizia e la centralità del servizio alla collettività. Solo così sarà possibile evitare la deriva burocratica denunciata da Cassano e preservare l’indipendenza e l’efficacia della magistratura.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *