Un concerto indimenticabile all’Isola d’Elba

Il 3 settembre, il Festival Internazionale Elba Isola Musicale d’Europa ha ospitato una serata straordinaria con Martha Argerich, icona mondiale del pianoforte. Nel suggestivo Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, l’artista ha eseguito con passione e maestria il Quintetto per due violini, viola, violoncello e pianoforte di Schumann e il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi di Shostakovich. La performance è stata coronata da una standing ovation e un bis dell’ultimo movimento, testimonianza dell’ammirazione e dell’affetto del pubblico.

Confessioni di un’artista stanca ma inarrestabile

Nonostante il successo e l’energia profusa sul palco, Argerich ha confessato di sentirsi stanca e di vivere un momento di perplessità. “In questo periodo non mi fa veramente piacere suonare e viaggiare tanto, è noioso fare sempre le stesse cose”, ha ammesso. La pianista, che a 84 anni continua a misurarsi con giovani musicisti, ha espresso il desiderio di avere più tempo libero per sé e per scoprire nuove cose, ma si è detta preoccupata per il tempo che le rimane. “È questo che mi rende molto perplessa, non so cosa fare del tempo che rimane”.

Schumann, Shostakovich e l’impegno degli artisti

La scelta dei brani proposti in concerto riflette la profonda venerazione di Argerich per Schumann, definito “il musicista più vicino alla mia anima”, e la volontà di ricordare i 50 anni dalla morte di Shostakovich. A proposito dell’impegno degli artisti, Argerich ha sottolineato l’importanza di affrontare gli eventi secondo la propria coscienza, citando esempi come Toscanini e Pablo Casals. Ha inoltre fatto riferimento all’Ode per Napoleone di Arnold Schoenberg, eseguita il giorno precedente, e alla riflessione di Byron sulla fama effimera.

La musica come strumento di dialogo e speranza

In un periodo segnato da conflitti e tensioni, Argerich ha ribadito il potere della musica come strumento di dialogo e di espressione dell’inconscio. “Sì, è l’espressione di qualcosa che non conosciamo. Non solo la musica classica, parla all’inconscio”, ha affermato. La pianista ha poi accennato alla sua recente visita in Israele e all’incontro con la madre di un giovane ostaggio che suona il pianoforte, esprimendo la speranza che sia ancora vivo.

Ricordi di Abbado e l’amore per Beethoven

Argerich ha ricordato con affetto la sua lunga amicizia con Claudio Abbado, risalente ai tempi dei corsi di Friedrich Gulda a Salisburgo. Ha inoltre espresso la sua ammirazione per Maurizio Pollini e il suo amore per Beethoven, definito “il dio della musica”. Tra i compositori a lei più cari, ha citato anche Schumann, Shostakovich, Prokofiev e Debussy.

Uno sguardo al futuro: il talento di Martina Meola

Nonostante le sue inquietudini, Argerich ha mostrato entusiasmo e passione nel parlare delle giovani promesse della musica. Ha raccontato di essere stata giudice al concorso Jeune Chopin di Lugano, dove è rimasta particolarmente impressionata dal talento di Martina Meola, una giovane pianista italiana di 12 anni. “È eccezionale. Ha suonato una ballata di Chopin meravigliosamente”, ha dichiarato.

Un’eredità di passione e umanità

L’esibizione di Martha Argerich all’Isola d’Elba non è stata solo un evento musicale di altissimo livello, ma anche un’occasione per riflettere sul ruolo dell’arte nella società contemporanea e sulla complessità dell’animo umano. Le sue confessioni, intrise di stanchezza ma anche di una profonda umanità, ci ricordano che anche le icone più celebrate sono persone con dubbi e fragilità. La sua passione per la musica e il suo impegno verso i giovani talenti rappresentano un’eredità preziosa per il futuro.

Di davinci

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