L’incoronazione di Vittoria e la tempesta sui social media
Sabato sera, Piazza Unità a Trieste ha fatto da cornice all’elezione di Vittoria a Miss Trieste. Un evento che, nei suoi 78 anni di storia, non aveva mai visto trionfare una ragazza mulatta. Vittoria, che tra pochi giorni compirà 16 anni, è cittadina italiana e residente a Muggia (Trieste) dal 2017. La sua vittoria, tuttavia, ha scatenato un’ondata di polemiche sui social media, con commenti che mettono in discussione la sua “triestinità” a causa delle sue origini senegalesi da parte di padre e italiane da parte di madre.
Il quotidiano locale, Il Piccolo, ha riportato ampiamente la vicenda, evidenziando come il dibattito online si sia polarizzato tra chi parla di “triestinità tradita” e chi, al contrario, sottolinea la natura multietnica di Trieste, da sempre crocevia di culture e popoli diversi. Alcuni commenti sui social media sono stati definiti “uno schifo” dal quotidiano, paragonandoli a scene degli anni ’60 nel Mississippi, mentre altri si chiedono cosa succederebbe se in Senegal venisse eletta una Miss europea.
La reazione di Vittoria e della madre, Marianna
Vittoria e sua madre, Marianna, hanno espresso amarezza per la situazione. Marianna ha dichiarato: “Vorrei che la cosa rimanesse nel suo ambito naturale, nel senso che è un semplice concorso di bellezza”. Ha poi precisato che Vittoria ha rispettato tutte le regole del concorso: è cittadina italiana, residente a Trieste dal 2017, nata in Italia e ha l’età giusta per partecipare. Inoltre, Marianna ha dato il suo consenso in quanto esercente della patria potestà.
Marianna sta cercando di proteggere sua figlia dalle polemiche, spiegandole che situazioni del genere possono accadere e che deve essere forte per superarle. Ha sottolineato che Vittoria è una ragazza del suo tempo, che ha vissuto in cinque Paesi diversi di tre continenti, e che questo dovrebbe essere l’aspetto più rilevante della sua identità.
Trieste: crocevia di culture e identità in discussione
La vicenda di Vittoria solleva interrogativi profondi sull’identità e l’appartenenza in una società sempre più globalizzata e multiculturale. Trieste, città di confine e crocevia di popoli, si trova a confrontarsi con un dibattito che mette in discussione la sua stessa identità. La reazione all’elezione di Miss Trieste rivela tensioni latenti e la difficoltà di accettare e valorizzare la diversità come elemento fondante della propria cultura.
La storia di Vittoria è quella di una ragazza italiana, perfettamente integrata nel contesto sociale triestino, che si trova a dover giustificare la sua identità a causa del colore della sua pelle. Un paradosso che interroga la coscienza collettiva e invita a una riflessione profonda sul significato di essere triestini, italiani, europei nel XXI secolo.
Un concorso di bellezza, uno specchio della società
L’elezione di Miss Trieste, un evento che dovrebbe celebrare la bellezza e l’eleganza, si è trasformato in un’occasione per mettere a nudo le contraddizioni e le fragilità della nostra società. La polemica scatenata dalla vittoria di Vittoria ci ricorda che la strada verso una vera inclusione e accettazione della diversità è ancora lunga e tortuosa. È necessario un impegno costante per combattere i pregiudizi e promuovere una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze, affinché storie come quella di Vittoria non diventino motivo di divisione, ma un’opportunità per crescere e costruire una società più giusta e inclusiva.
