La posizione ferma dell’Italia: No a ‘boots on the ground’
L’Italia ribadisce la sua contrarietà all’invio di truppe di terra in Ucraina, una posizione che emerge chiaramente in un momento di crescente dibattito internazionale sulla questione. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano come il governo stia cercando di moderare le crescenti speculazioni su piani che prevedono l’intervento di forze europee, promosse dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dall’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas. Questa presa di posizione si inserisce in un quadro più ampio di preparazione per una nuova riunione della coalizione franco-inglese, dove l’Italia intende far sentire la propria voce.
Meloni annulla missione per seguire il processo di pace
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annullato una missione prevista nell’Indo-Pacifico per concentrarsi sugli sviluppi del processo di pace riguardante la crisi ucraina. La sua partecipazione al vertice di giovedì è considerata fondamentale, data la sua presenza costante agli appuntamenti con gli alleati, sia di persona che da remoto. Al momento, si prevede che Meloni partecipi in videocollegamento, in una giornata densa di impegni a Palazzo Chigi, tra cui il Consiglio dei ministri e la visita del presidente polacco Karol Nawrocki.
Coordinamento Roma-Berlino e la posizione della Germania
Dietro le quinte, si delinea un possibile coordinamento tra Roma e Berlino, con la Germania che ha espresso riserve sulla proposta di von der Leyen di discutere pubblicamente l’invio di soldati. Il governo tedesco, infatti, non ha ancora pienamente abbracciato la linea di Parigi e Londra. Questa situazione evidenzia le diverse sensibilità all’interno dell’Unione Europea riguardo alla gestione della crisi ucraina e alla necessità di trovare una strategia comune.
Le alternative proposte dall’Italia: garanzie di sicurezza e supporto logistico
In alternativa all’invio di truppe, l’Italia propone garanzie di sicurezza basate su un trattato multilaterale per difendere Kiev in caso di nuove aggressioni, con un meccanismo simile all’articolo 5 della NATO. Parallelamente, il governo italiano ha offerto la propria disponibilità a garantire il monitoraggio con aerei radar e satelliti, l’addestramento di militari e lo sminamento in acque internazionali, operando però al di fuori dei confini ucraini e solo dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco.
Tensioni con la Francia e reazioni nella maggioranza
L’eventuale missione di Meloni a Parigi si svolgerebbe in un contesto di alta tensione con il governo francese, a seguito delle critiche di Matteo Salvini al presidente Macron e delle accuse di dumping fiscale lanciate dal premier francese François Bayrou. Nella maggioranza di governo, c’è chi interpreta l’uscita di von der Leyen come un tentativo di rassicurare gli alleati europei di fronte alla strategia percepita come incerta dell’amministrazione Trump. Salvini ha ribadito che, finché sarà al governo, non ci saranno soldati italiani a combattere in Ucraina, sottolineando l’importanza di armare la diplomazia piuttosto che i carri armati.
Un approccio cauto e ponderato
La posizione dell’Italia riflette un approccio cauto e ponderato alla crisi ucraina, privilegiando soluzioni diplomatiche e di supporto logistico esterno piuttosto che un coinvolgimento militare diretto. In un contesto internazionale complesso e in rapida evoluzione, è fondamentale che l’Italia mantenga una linea coerente e responsabile, in linea con i propri interessi nazionali e con l’obiettivo di promuovere una soluzione pacifica e duratura al conflitto.
