Il recupero e la pulizia: un lavoro meticoloso
L’Area Marina Protetta di Miramare, dopo aver recuperato la carcassa della balenottera comune spiaggiata la scorsa estate a Muggia (Trieste), ha avviato un ambizioso progetto di ricostruzione dello scheletro presso i laboratori dell’Università di Padova. Un dettagliato reportage video-fotografico documenta le diverse fasi di questo complesso lavoro, che mira a conservare e valorizzare i resti dell’animale.
Il primo passo, come spiegato dall’Area Marina Protetta, è stato la pulizia accurata delle ossa. Attraverso l’utilizzo di idropulitrici, i ricercatori hanno rimosso i residui organici, riportando i reperti al loro colore naturale, un bianco candido ottenuto senza l’impiego di candeggina o altri liquidi sbiancanti. Questo processo delicato è fondamentale per garantire la conservazione a lungo termine dello scheletro.
Censimento e ricostruzione: la tecnologia al servizio della scienza
Dopo la pulizia, le ossa vengono attentamente censite per valutare la completezza dello scheletro e identificare le parti mancanti. In caso di lacune, la tecnologia moderna viene in soccorso: le ossa mancanti saranno ricostruite con precisione grazie a stampanti 3D, garantendo così un modello completo e fedele della balenottera comune.
Questo approccio innovativo permette di superare le difficoltà legate alla naturale incompletezza dei reperti, trasformando un evento tragico come lo spiaggiamento in un’opportunità di ricerca scientifica e di divulgazione culturale.
Un futuro di ricerca e cultura: la balenottera come simbolo
Lo scheletro ricostruito della balenottera comune non sarà solo una testimonianza della presenza di questi maestosi cetacei nel Mar Adriatico, ma anche un prezioso strumento per la ricerca scientifica. I dati ricavati dallo studio delle ossa potranno fornire informazioni importanti sulla biologia, l’ecologia e lo stato di conservazione di questa specie.
Inoltre, lo scheletro avrà una forte valenza culturale ed educativa. La prima esposizione parziale è prevista in occasione della Barcolana, la celebre regata di Trieste, offrendo al pubblico l’opportunità di ammirare da vicino questo gigante del mare e di riflettere sull’importanza della conservazione marina. La balenottera di Muggia diventerà così un simbolo di sensibilizzazione e un motore di crescita culturale per la comunità.
Un monito e una speranza
La ricostruzione dello scheletro della balenottera di Muggia è un progetto che va oltre la semplice conservazione di un reperto. È un monito sulla fragilità degli ecosistemi marini e sulla necessità di proteggere le specie che li abitano. Allo stesso tempo, è un segnale di speranza, che dimostra come la scienza, la tecnologia e la cultura possano unirsi per creare valore e consapevolezza.
