Un’adesione globale all’iniziativa papale

In risposta all’appello di Papa Leone XIV, il mondo cattolico si è unito in una giornata di digiuno e preghiera per la pace, con un’attenzione particolare alla Terra Santa e all’Ucraina, teatri di conflitti laceranti. Chiese italiane e dei cinque continenti, insieme a numerose organizzazioni e associazioni come la Comunità di Sant’Egidio, le Acli, Pax Christi, Comunione e Liberazione e l’Azione Cattolica, hanno aderito in massa all’iniziativa.
Particolarmente significativa è la partecipazione delle diocesi direttamente coinvolte nei conflitti, come la Sacra Famiglia a Gaza, il Patriarcato Latino di Gerusalemme e la Custodia di Terra Santa, che quotidianamente testimoniano le sofferenze delle popolazioni colpite dalla guerra.

Messaggi di speranza e appelli alla conversione

Monsignor Prevost, attraverso un tweet, ha esortato a vivere questa giornata di digiuno e preghiera, supplicando il Signore per il dono della pace e invocando la liberazione dei cuori dall’odio. Ha auspicato il superamento delle logiche di divisione e ritorsione, a favore di una visione d’insieme animata dal bene comune.
Papa Leone XIV ha inoltre teso la mano al mondo protestante, riunito a Stoccolma per un importante meeting ecumenico, sottolineando che ciò che unisce i cristiani è più grande di ciò che li divide. Ha ricordato che i cristiani sono chiamati a essere artefici di riconciliazione, affrontando la divisione con coraggio e portando guarigione dove ci sono state ferite.

La voce dalla Terra Santa: un appello alla giustizia e alla fine delle invasioni

Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, ha espresso preoccupazione per gli ostacoli che la strada della pace sta incontrando. Ha invocato l’illuminazione dei cuori e delle menti di chi favorisce la violenza, chiedendo aiuto per sconfiggere lo scandalo di non poter aiutare chi muore di fame mentre si alimentano i conflitti. Ha invocato la giustizia, che non consente invasioni illegali e non approva piani ‘eroici’ di morte e distruzione, in un chiaro riferimento all’invasione della Striscia di Gaza.
Padre Gabriel Romanelli, parroco ferito nell’attacco del luglio scorso, ha descritto la situazione come critica, a seguito dell’inizio di una nuova fase della guerra.

Oltre il digiuno dal cibo: un invito a recidere i legami con l’industria bellica

Pax Christi ha lanciato un appello per un digiuno non solo dal cibo, ma anche dal guadagno economico e dai legami con chi ha interessi nelle armi. Don Renato Sacco, su Famiglia Cristiana, ha denunciato i numerosi affari sporchi di sangue e il coinvolgimento di banche nell’export di armi.

L’impegno della Cei per una pace disarmata

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e ‘mediatore’ umanitario in favore dei bambini ucraini, ha ribadito l’adesione all’appello del Papa, sottolineando che il perdurare di situazioni di violenza, odio e morte impegna a intensificare la preghiera per una pace disarmata e disarmante. Ha invocato la Beata Vergine Maria Regina della Pace affinché allontani da ogni popolo l’orrore della guerra e illumini le menti di quanti hanno responsabilità politiche e diplomatiche.

Un impegno corale per la pace in un mondo dilaniato dai conflitti

L’adesione massiccia del mondo cattolico all’appello del Papa rappresenta un segnale di speranza in un contesto globale segnato da conflitti e violenze. L’iniziativa invita a una riflessione profonda sulle cause della guerra e sulla necessità di un impegno concreto per la costruzione di una pace duratura, basata sulla giustizia, il dialogo e la riconciliazione. Il digiuno e la preghiera diventano strumenti di conversione personale e di pressione sulle coscienze dei responsabili politici, affinché si adoperino per la fine delle ostilità e per la ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti.

Di veritas

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