Il MIT ribadisce la sua posizione sullo Skymetro di Genova
Alla vigilia dell’incontro tra il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e la sindaca di Genova Silvia Salis, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha ribadito la sua posizione in merito al progetto dello Skymetro, un nuovo asse di trasporto pubblico sopraelevato destinato a collegare la Val Bisagno con il centro città. In una nota ufficiale, il MIT ha sottolineato che, a seguito della volontà espressa dal Comune di Genova di non realizzare lo Skymetro, i 398 milioni di euro già messi a disposizione rischiano di essere revocati.
Autonomia comunale e rischio revoca dei fondi
Il MIT ha precisato di rispettare l’autonomia della città di Genova, ma ha anche ricordato che il Comune ha tempo fino al 31 dicembre 2025 per sottoscrivere il contratto di appalto. Qualora la scelta dell’amministrazione comunale di rinunciare allo Skymetro venisse confermata, i fondi stanziati sarebbero revocati per soddisfare altre richieste in attesa. Il Ministero ha evidenziato l’esistenza di 96 progetti di trasporto rapido di massa in tutta Italia, in attesa di finanziamenti per un totale di circa 19 miliardi di euro.
Le alternative e le implicazioni per il futuro del trasporto pubblico genovese
La decisione del Comune di Genova di rinunciare allo Skymetro apre interrogativi sul futuro del trasporto pubblico nella città. Sebbene il MIT rispetti l’autonomia decisionale dell’amministrazione locale, la revoca dei fondi potrebbe avere un impatto significativo sui piani di sviluppo della mobilità urbana. Resta da vedere quali alternative verranno proposte per garantire un collegamento efficiente tra la Val Bisagno e il centro città, e come verranno reperite le risorse necessarie per finanziare tali progetti.
Una decisione complessa con implicazioni a lungo termine
La vicenda dello Skymetro di Genova solleva questioni importanti sull’equilibrio tra autonomia locale e responsabilità nell’utilizzo dei fondi pubblici. La decisione del Comune di rinunciare al progetto, pur legittima, comporta il rischio di perdere risorse significative che avrebbero potuto contribuire a migliorare la mobilità urbana. È fondamentale che l’amministrazione locale individui soluzioni alternative valide e sostenibili, garantendo al contempo la massima trasparenza e coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale.
