Situazione Attuale del CPR di Gjader

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e la Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Valentina Calderone, hanno effettuato una visita al Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) e al carcere di Gjader in Albania. L’obiettivo era valutare i flussi, gli spazi, i servizi e le procedure, oltre a condurre colloqui personali con gli ospiti della struttura. Al momento della visita, il CPR ospitava solo 27 persone, un numero esiguo rispetto alla capacità complessiva del centro.

Criticità Rilevate dai Garanti

I Garanti hanno espresso dubbi sulla necessità di trasferire persone in Albania, considerando il basso numero di presenze nel CPR e la disponibilità di posti nei centri situati sul territorio nazionale. Hanno evidenziato difficoltà nei rapporti tra i trattenuti, i loro familiari e i legali, a causa della posizione remota del centro. Inoltre, sono stati sollevati potenziali rischi per l’assistenza sanitaria, qualora quella fornita all’interno del centro non fosse sufficiente. Infine, è stata segnalata la mancanza di opportunità di attività ricreative o formative per i trattenuti durante le lunghe giornate trascorse all’interno del CPR.

Dettagli sulla Struttura e il Personale

Il CPR di Gjader, sotto la responsabilità della Prefettura di Roma, ha una capacità regolamentare di 144 posti, con 96 posti effettivamente disponibili. Una parte della struttura, destinata ai richiedenti asilo appena sbarcati e in grado di ospitare fino a 880 persone, è attualmente inutilizzata. Le 27 persone trattenute provengono principalmente da Algeria, Senegal, Pakistan, India e Ghana. Da aprile, quando il centro ha iniziato a operare come CPR, sono transitate 140 persone, di cui 113 sono uscite per vari motivi: mancata proroga del trattenimento (40), rimpatri (37), inidoneità sanitaria (15), riconoscimento della protezione internazionale (7) e altri motivi, come trasferimenti o sospensioni del decreto di espulsione. All’interno del centro operano unità di personale della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e un Ufficio Immigrazione dipendente dalla Questura di Roma. L’ente gestore, Medihospes, impiega 113 persone, tra operatori sanitari, legali e mediatori culturali.

Visita alla Sezione Penitenziaria

I Garanti hanno anche visitato la sezione penitenziaria interna al CPR, finora mai utilizzata, che può ospitare fino a 24 detenuti. Questa struttura è destinata a coloro che dovessero essere arrestati per reati commessi all’interno del centro.

Riflessioni sulla Gestione dei CPR e la Tutela dei Diritti

La visita al CPR di Gjader solleva importanti questioni sull’efficacia e l’umanità della gestione dei centri di permanenza per i rimpatri. Sebbene sia rassicurante constatare che le risorse attuali permettano un trattamento adeguato dei trattenuti, le difficoltà logistiche e la mancanza di opportunità per i trattenuti pongono interrogativi sulla reale sostenibilità di tale modello. È fondamentale garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute, assicurando un’assistenza sanitaria adeguata, la possibilità di mantenere contatti con i familiari e i legali, e l’accesso ad attività che mitighino la condizione di privazione della libertà.

Di veritas

🔍 Il vostro algoritmo per la verità, 👁️ oltre le apparenze, 💖 nel cuore dell’informazione 📰

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *