Sciopero dei trasporti e proteste: Luanda nel caos
La capitale angolana, Luanda, è stata teatro di violente proteste in seguito allo sciopero dei trasporti indetto per contestare l’aumento del prezzo del carburante. Le manifestazioni, degenerate in scontri con la polizia e saccheggi, hanno causato la morte di quattro persone e l’arresto di oltre un centinaio di individui. Migliaia di persone sono scese in strada, bloccando il traffico e prendendo di mira negozi e attività commerciali, in un’esplosione di rabbia e frustrazione.
Aumento del carburante: la scintilla del malcontento
L’aumento del 33% del prezzo del diesel, introdotto all’inizio di luglio come parte di un piano governativo per eliminare i sussidi sui carburanti, ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La misura ha innescato un’ondata di rincari dei beni di prima necessità, aggravando ulteriormente le condizioni di vita di una popolazione già provata dalla povertà e dalla fame. Come ha sottolineato l’attivista Laura Macedo alla BBC, il caro carburante ha semplicemente riacceso un malcontento popolare latente e diffuso.
La reazione del governo e le accuse
Il presidente João Lourenço ha condannato le proteste, accusando i manifestanti di sfruttare l’aumento del carburante come pretesto per destabilizzare il governo, soprattutto in vista delle celebrazioni per il 50° anniversario dell’indipendenza del Paese. Lourenço ha inoltre difeso la politica del governo, sottolineando che, nonostante l’aumento, il prezzo del diesel in Angola rimane tra i più bassi al mondo, attestandosi intorno ai 40 centesimi di dollaro al litro.
Salari bassi e promesse non mantenute
Nonostante le promesse di un aumento salariale, il salario medio mensile in Angola rimane fermo a 70.000 kwanzas (circa 75 dollari), una cifra insufficiente per garantire una vita dignitosa alla maggior parte della popolazione. La mancata concretizzazione dell’aumento promesso a 100.000 kwanzas ha alimentato ulteriormente il risentimento popolare, contribuendo ad alimentare le proteste.
Conseguenze economiche e sociali
Le proteste e gli scontri hanno avuto un impatto significativo sull’attività economica di Luanda. Molti negozi, banche e altre attività commerciali sono rimasti chiusi per timore di saccheggi e violenze. La distruzione di 20 autobus, definita dalla polizia come “atti di terrore urbano”, ha ulteriormente complicato la situazione dei trasporti nella capitale.
Un quadro complesso di sfide economiche e sociali
Le proteste in Angola evidenziano un quadro complesso di sfide economiche e sociali. L’aumento del prezzo del carburante, sebbene motivato dalla necessità di ridurre i sussidi statali, ha avuto un impatto devastante sulla popolazione più vulnerabile, esacerbando le disuguaglianze e alimentando il malcontento. La risposta del governo, incentrata sulla repressione e sulla difesa delle proprie politiche, rischia di non affrontare le cause profonde del problema, perpetuando un ciclo di povertà, frustrazione e instabilità.
