Preoccupazioni del Mondo Produttivo Italiano
Il mondo produttivo italiano esprime forte preoccupazione in seguito all’accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi. Dall’auto all’agroalimentare, dai macchinari al vino, si leva un grido d’allarme accompagnato da una prima stima dei possibili danni economici. Le categorie produttive non intendono subire passivamente tali perdite e sollecitano il governo e l’UE a fornire “sostegni e compensazioni” per le aziende colpite.
Confindustria Chiede un Nuovo Piano Industriale
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si rivolge direttamente all’Europa, chiedendo l’attuazione immediata di “un nuovo piano industriale straordinario per le imprese”. Orsini propone inoltre di superare i limiti del Patto di stabilità non solo per le spese militari e la difesa, ma anche per sostenere l’industria. L’accordo raggiunto è considerato insoddisfacente, con Orsini che sottolinea come “tutto quello che è oltre allo zero è un problema”. Confindustria stima un impatto dei dazi pari a 22,6 miliardi di euro, aggravato dalla “svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio di un 13%”.
Stime di Impatto sull’Export e sul Turismo
Confcommercio prevede un impatto diretto dei dazi al 15% sull’export italiano per il 2025, stimato tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, a cui si aggiungono gli effetti negativi della svalutazione del dollaro. Confesercenti evidenzia come la debolezza del dollaro possa avere ripercussioni sul mercato turistico italiano, con una stima di circa 300.000 arrivi in meno dagli USA e un calo di 600 milioni di euro nella spesa turistica americana. Confartigianato ricorda che gli USA sono il secondo mercato per l’export italiano e che negli ultimi cinque anni gli imprenditori italiani hanno registrato la maggiore crescita di esportazioni proprio in quel paese (+57%, pari a un aumento di 24,2 miliardi).
Rischio di Crisi per le Imprese Artigiane e Cooperative
La Cna sottolinea che le imprese artigiane non possono sostenere né dazi diretti né indiretti, paventando il rischio di una crisi simile a quella verificatasi durante la pandemia. Confcooperative avverte che molte cooperative e imprese, già provate da anni di difficoltà economiche, faticheranno ad assorbire l’impatto dei nuovi dazi. L’organizzazione chiede che vengano mobilitati tutti gli strumenti disponibili, dal piano della Commissione Ursula von der Leyen alle decisioni di politica monetaria della BCE. Legacoop prevede un elevato impatto sulle principali esportazioni italiane e sulla produzione, sollecitando la rapida riattivazione del tavolo sull’export per mettere a disposizione i 25 miliardi di euro assicurati dal governo.
Settori Particolarmente Vulnerabili
Diversi settori temono conseguenze significative. L’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (Acea) evidenzia che i dazi più elevati su automobili e componenti automobilistici continueranno ad avere un impatto negativo sia sull’industria dell’UE che su quella statunitense. La Fiom segnala che l’automotive, con un export di 5,2 miliardi di euro, è tra i settori metalmeccanici più esposti verso gli Stati Uniti. Coldiretti, pur sollevata rispetto all’ipotesi iniziale di dazi al 30%, avverte che l’accordo avrà impatti differenziati e richiede compensazioni europee per le filiere penalizzate. Fedagripesca Confcooperative teme gravi effetti sulla competitività. L’Unione italiana vini stima un danno di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi per il settore vinicolo, con un aumento significativo dei prezzi dei vini italiani venduti negli USA. I produttori di vini pregiati come Franciacorta, Chianti e Brunello sollecitano l’intervento delle istituzioni.
Valutazioni sull’Accordo e Prospettive Future
L’accordo sui dazi tra UE e USA rappresenta una sfida significativa per le imprese italiane, con potenziali impatti negativi su diversi settori chiave. La richiesta di sostegno e compensazioni da parte delle associazioni di categoria è comprensibile e necessaria per mitigare i danni economici. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e adottare misure adeguate per proteggere e supportare le imprese italiane in questo contesto economico complesso.
