Esclusa la contaminazione recente del DNA di ‘Ignoto 3’

Nel contesto delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, un’importante svolta è rappresentata dall’esclusione di una contaminazione recente del DNA di ‘Ignoto 3’, individuato su un tampone prelevato 18 anni fa a Chiara Poggi. Denise Albani, la perita incaricata dal giudice per le indagini preliminari (GIP) di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha accertato che il profilo genetico isolato su una garza utilizzata all’epoca del delitto non è stato alterato da coloro che hanno maneggiato il reperto durante le recenti analisi.
La genetista ha confrontato il DNA maschile con quello dei collaboratori che hanno assistito alle analisi, tra cui i suoi stessi collaboratori, Luciano Garofano (ex comandante dei RIS e consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nel caso) e Marzio Capra (esperto della famiglia Poggi). Per escludere qualsiasi possibilità di contaminazione, sono stati prelevati tamponi a queste persone.

Prossimi passi: comparazione con il DNA di chi entrò in contatto con il corpo di Chiara Poggi

Il prossimo passo cruciale sarà la comparazione del profilo genetico isolato sulla garza con il DNA di coloro che, all’epoca del delitto, entrarono in contatto con il corpo di Chiara Poggi. Questo include chi scattò le foto durante l’autopsia e gli eventuali assistenti del medico legale Marco Ballardini. È importante notare che il DNA dell’infermiere che preparò il corpo è già stato individuato sulla garza, che non era sterile e potrebbe essere stata accidentalmente contaminata.

Indagini parallele della Procura di Pavia

Parallelamente, la Procura di Pavia, con il supporto dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, sta conducendo indagini per raccogliere DNA e confrontarlo, nella convinzione che la traccia di ‘Ignoto 3’ possa appartenere a un complice dell’assassino, che secondo l’accusa è Andrea Sempio.

Nuova udienza per l’analisi delle impronte

Il GIP Garlaschelli ha fissato una nuova udienza per il 23 luglio a Pavia, durante la quale verrà conferito l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani. L’obiettivo è individuare e comparare ulteriori impronte, se presenti, sui reperti della spazzatura risalenti a 18 anni fa, come confezioni di tè, cereali e yogurt. Le analisi includeranno anche i fogli di acetato contenenti tracce papillari repertate all’epoca.

Prospettive e implicazioni delle nuove indagini

L’esclusione della contaminazione recente del DNA di ‘Ignoto 3’ rappresenta un passo avanti significativo nelle indagini sul delitto di Garlasco. Concentrandosi sulla comparazione del DNA con persone che ebbero contatti con la vittima all’epoca dei fatti, si apre la possibilità di identificare un complice, una svolta che potrebbe portare a una nuova comprensione del caso. L’analisi delle impronte sui reperti, seppur datati, potrebbe fornire ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica degli eventi. Tuttavia, è fondamentale procedere con cautela, valutando attentamente ogni elemento probatorio per evitare errori giudiziari e garantire che la verità venga accertata in modo inequivocabile.

Di veritas

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