La tempistica stringente e le nuove ombre giudiziarie

La vendita dello stadio San Siro, un’operazione complessa e di alto profilo, si trova ora a un bivio cruciale. L’obiettivo era di concludere la partita entro il 31 luglio, ma gli sviluppi delle inchieste sull’urbanistica rischiano di compromettere la tempistica. La Procura ha richiesto gli arresti domiciliari per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, figura chiave nella trattativa sullo stadio, e lo stesso sindaco Giuseppe Sala risulta indagato. Questi eventi gettano nuove ombre sull’intera operazione, che già doveva fare i conti con la scadenza del 10 novembre, data in cui scatterebbe il vincolo dei 70 anni sul secondo anello, rendendo lo stadio tutelato e non abbattibile.

La road map in bilico

Il sindaco Sala aveva delineato una road map precisa: delibera sulla vendita in giunta lunedì, convocazione di due sedute di commissione e approdo del documento in Consiglio comunale per il voto. Tuttavia, la situazione attuale mette in discussione l’intero piano. Le dimissioni di Tancredi sembrano ormai inevitabili, e il sindaco si trova a riflettere sul da farsi, diviso tra la volontà di non arretrare sulla vendita dello stadio e i dubbi sulla sua posizione come primo cittadino. La maggioranza che lo sostiene appare sempre più divisa, con i Verdi fermamente contrari all’operazione e il Pd che invita a rallentare, considerando i rischi legati alle indagini della Procura.

Divisioni nella maggioranza e opposizione incalzante

Le divisioni all’interno della maggioranza comunale non sono una novità, con almeno cinque consiglieri già contrari alla vendita dello stadio Meazza e delle aree circostanti a Inter e Milan per 197 milioni di euro, cifra stabilita dall’Agenzia delle Entrate. Il rischio è che, con l’arrivo della delibera in Consiglio comunale, i numeri necessari per l’approvazione possano mancare. L’opposizione, guidata dalla Lega, incalza il sindaco Sala, chiedendo se abbia ancora i numeri per portare avanti partite fondamentali come la vendita dello stadio, il Piano di Governo del Territorio (PGT) e la riqualificazione dei quartieri.

La decisione del TAR e le implicazioni future

In questo scenario complesso, una decisione del TAR ha fornito un apparente sostegno al Comune. Il tribunale amministrativo ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comitato Sì Meazza, confermando la plausibilità della data del 10 novembre 1955 come riferimento per il vincolo. Nonostante questa decisione, rimandare ulteriormente l’operazione potrebbe significare far saltare un accordo quasi concluso, in corso dal 2019. La situazione rimane fluida e incerta, con il futuro dello stadio San Siro appeso a un filo.

Un momento cruciale per il futuro di San Siro e di Milano

La vicenda dello stadio San Siro si intreccia con le dinamiche politiche e giudiziarie della città di Milano, creando un momento di grande incertezza. La trasparenza e la legalità devono essere prioritarie in ogni decisione, garantendo che gli interessi della comunità siano tutelati. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo urbanistico e la salvaguardia del patrimonio storico e culturale della città.

Di veritas

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