La Sardegna recepisce le linee guida nazionali sull’Ivg farmacologica
La Regione Sardegna ha intrapreso un percorso volto a recepire le Linee di indirizzo nazionali in materia di interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), segnando un punto di svolta per l’accesso a questa pratica nel centro-sud Italia. L’obiettivo è rendere possibile l’Ivg farmacologica non solo nelle strutture ospedaliere, ma anche negli ambulatori e nei consultori autorizzati e collegati a una struttura ospedaliera, il tutto senza alcun costo per le pazienti.
Sperimentazione dell’assunzione domiciliare dei farmaci
Un aspetto particolarmente innovativo di questa iniziativa è l’avvio di una fase di sperimentazione che prevede l’assunzione domiciliare dei farmaci utilizzati per l’Ivg. Questa modalità, già introdotta in Italia solo dall’Emilia-Romagna, rappresenta un segno concreto di attenzione e rispetto verso la salute e l’autodeterminazione delle donne, consentendo loro di gestire il processo in un ambiente più confortevole e privato.
Istituzione di un tavolo tecnico per le linee di indirizzo regionali
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi, ha dato mandato alla direzione della Sanità per l’istituzione di un tavolo tecnico. Questo tavolo avrà il compito di predisporre le linee di indirizzo regionali necessarie per l’effettuazione dell’Ivg farmacologica anche nelle strutture ambulatoriali e nei consultori familiari pubblici adeguatamente attrezzati, collegati a una struttura ospedaliera e autorizzati dalla Regione.
Un salto di qualità dopo anni di silenzio
L’assessore Bartolazzi ha sottolineato l’importanza di questa decisione, affermando che “dopo oltre dieci anni di silenzio, la Sardegna compie un grande salto di qualità e si allinea alle pratiche più moderne a livello nazionale ed europeo”. Questo cambiamento, atteso da anni, posiziona la Sardegna tra le regioni più virtuose sul fronte dei diritti e della modernizzazione dei servizi sanitari.
Analisi dei dati regionali sull’Ivg
I dati del 2022 diffusi dalla Regione evidenziano alcune peculiarità del contesto sardo rispetto alla media nazionale. In particolare, la percentuale di raschiamenti risulta maggiore (21% contro il 7,2%), così come la percentuale di Ivg chirurgiche eseguite entro i 90 giorni in regime di ricovero ordinario (11,9% contro il 5%). Al contrario, l’Ivg farmacologica in regime ospedaliero è inferiore rispetto alla media nazionale (38,1% contro il 51,3%), con una forte variabilità tra i diversi ospedali. Infine, la percentuale di interruzioni volontarie della gravidanza farmacologiche che superano i limiti nazionali è dell’8,9% contro il 7,4%.
Un passo avanti per l’autodeterminazione e la sanità sarda
La decisione della Regione Sardegna rappresenta un passo avanti significativo per l’autodeterminazione delle donne e per la modernizzazione del sistema sanitario regionale. L’estensione dell’Ivg farmacologica agli ambulatori e ai consultori, insieme alla sperimentazione dell’assunzione domiciliare dei farmaci, mira a garantire un accesso più agevole e rispettoso a questa pratica, in linea con le migliori esperienze a livello nazionale ed europeo. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’attuazione di queste nuove linee di indirizzo, garantendo la sicurezza e la qualità dei servizi offerti.
