L’intervento di Francesca Albanese a Bogotà
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi, ha partecipato alla Conferenza internazionale del Gruppo dell’Aia a Bogotà, convocata dal presidente colombiano Gustavo Petro. L’obiettivo della conferenza era “introdurre misure giuridiche, diplomatiche ed economiche concrete che possano fermare la distruzione di Israele” a Gaza. Durante il suo intervento, Albanese, recentemente sanzionata dagli Stati Uniti, ha lanciato un appello globale per tagliare i legami con Israele a tutti i livelli.
Critiche all’Unione Europea
Albanese ha espresso forti critiche nei confronti dell’Unione Europea, affermando: “Come europea temo ciò che la regione (l’Unione europea) e le sue istituzioni sono diventate per molti, una confraternita di stati che predicano il diritto internazionale, ma che sono guidati più da una mentalità coloniale che da principi, agendo come vassalli dell’impero statunitense, anche mentre ci trascina di guerra in guerra, di miseria in miseria e, per quanto riguarda la Palestina, dal silenzio alla complicità”. Ha sottolineato che l’UE, a suo parere, agisce più come un vassallo degli Stati Uniti che come un’entità indipendente guidata da principi.
Il Gruppo dell’Aia come nuovo centro morale
Albanese ha elogiato la Conferenza di Bogotà, affermando che dimostra che “è possibile un percorso diverso”. Ha aggiunto che il Gruppo dell’Aia “ha il potenziale di segnare non solo una coalizione, ma un nuovo centro morale nella politica mondiale”. Il Gruppo dell’Aia, creato il 31 gennaio, è composto da Colombia, Sudafrica, Cuba, Bolivia, Honduras, Malesia, Senegal e Namibia.
Accuse contro Israele
La relatrice speciale dell’ONU ha denunciato lo smantellamento da parte di Israele “dell’ultima funzione dell’Onu, l’assistenza umanitaria” con l’obiettivo di “provocare fame, spostare ripetutamente o assassinare deliberatamente una popolazione che è stata ‘marcata’ per l’eliminazione”.
Un appello controverso in un contesto internazionale complesso
L’appello di Francesca Albanese a recidere i legami con Israele solleva questioni complesse nel contesto internazionale. Mentre le sue critiche all’operato di Israele e al ruolo dell’Unione Europea trovano eco in alcuni settori, è fondamentale considerare le implicazioni di una tale rottura per la stabilità regionale e la diplomazia globale. La creazione del Gruppo dell’Aia potrebbe rappresentare un tentativo di ridefinire gli equilibri di potere, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità di tradurre le dichiarazioni in azioni concrete e di promuovere un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte.
