Le dichiarazioni incriminate
La ministra del Lavoro cubana, Marta Elena Feitó, ha innescato un’ondata di polemiche in seguito a un intervento davanti al Parlamento in cui ha affermato che a Cuba non ci sono “mendicanti”, ma persone “travestite” da indigenti. Le sue parole, giudicate insensibili e distanti dalla realtà, hanno rapidamente fatto il giro del Paese, suscitando indignazione e disapprovazione.
Il rimprovero del presidente Díaz-Canel
Le dichiarazioni della ministra non sono passate inosservate nemmeno al presidente Miguel Díaz-Canel, che ha espresso pubblicamente il suo disappunto per la mancanza di sensibilità dimostrata da Feitó. Un rimprovero insolito, che ha evidenziato la gravità della situazione e la necessità di un intervento immediato.
Le dimissioni e l’accettazione del governo
In seguito alle polemiche e al rimprovero presidenziale, Marta Elena Feitó ha rassegnato le dimissioni, riconoscendo di aver commesso degli “errori” nel suo discorso. L’ufficio politico del Partito comunista di Cuba (Pcc) e il Consiglio di Stato hanno accettato le sue dimissioni, motivando la decisione con la sua “mancanza di obiettività e sensibilità” nell’affrontare questioni considerate cruciali per la gestione politica e sociale del Paese.
La reazione dell’opinione pubblica
Le parole della ministra avevano già scatenato un’ondata di reazioni negative, sia da parte dei dissidenti sia all’interno del partito al potere. La negazione della presenza di mendicanti a Cuba è stata percepita come un tentativo di nascondere una realtà scomoda e di minimizzare le difficoltà economiche che affliggono una parte della popolazione.
Il contesto socio-economico di Cuba
La vicenda si inserisce in un contesto socio-economico particolarmente difficile per Cuba, segnato da una crisi economica persistente, acuita dalla pandemia di Covid-19 e dalle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. In questo scenario, la presenza di persone in difficoltà economica e in stato di indigenza è una realtà innegabile, che richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni e della società civile.
Un segnale di consapevolezza?
Le dimissioni della ministra Feitó rappresentano un segnale importante, che dimostra una certa consapevolezza da parte del governo cubano della necessità di affrontare con maggiore sensibilità e concretezza le problematiche sociali del Paese. Resta da vedere se questo episodio porterà a un cambiamento di rotta nelle politiche sociali e a un maggiore impegno nella lotta alla povertà e all’emarginazione.
