Un riconoscimento all’architettura funeraria preistorica sarda

Il Comitato del Patrimonio Mondiale, durante la sua 47° sessione a Parigi, ha sancito l’iscrizione delle ‘Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le domus de janas’ nella prestigiosa lista UNESCO. Questa decisione sottolinea l’Eccezionale Valore Universale di queste ‘case delle fate’, tombe scavate nella roccia che narrano le pratiche funerarie, le credenze religiose e l’evoluzione sociale delle comunità neolitiche sarde. Le domus de janas, caratterizzate da sistemi planimetrici complessi e decorazioni simboliche, rappresentano la più vasta espressione di architettura funeraria ipogea del Mediterraneo occidentale.

Un sito seriale diffuso in tutta l’isola

Il sito seriale è composto da una serie di elementi dislocati in tutta la Sardegna, con una maggiore concentrazione nella parte centro-settentrionale dell’isola. Queste necropoli, spesso raggruppate, sono verosimilmente collegate a insediamenti, villaggi e luoghi di culto. L’origine di queste tombe preistoriche a camera risale al Neolitico Medio I (V millennio a.C.). Studi recenti hanno evidenziato il loro utilizzo e la continua escavazione durante i periodi successivi, fino all’alba della civiltà nuragica, con il riutilizzo e la ristrutturazione di tombe preesistenti.

Un patrimonio culturale unico e irripetibile

La candidatura, promossa dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle domus de janas, con il Comune di Alghero come capofila, si basa sul criterio III della Convenzione del 1972. Questo criterio sottolinea la testimonianza unica ed eccezionale di una tradizione culturale scomparsa, legata al culto dei morti e alle credenze sull’aldilà sviluppate dalle comunità preistoriche dell’isola tra il V e il III millennio a.C. Attraverso la varietà architettonica, la complessità decorativa e l’evoluzione planimetrica, queste tombe ipogee documentano, come nessun altro sito nel Mediterraneo, l’organizzazione sociale, i rituali e la concezione spirituale delle più antiche comunità insediate sull’isola, mostrando al contempo continuità e trasformazioni culturali fino all’inizio dell’Età del Bronzo.

Un lavoro di squadra per la valorizzazione del patrimonio sardo

Il percorso di candidatura è stato coordinato dall’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, con la collaborazione degli Uffici territoriali (Segretariato regionale, Soprintendenze di Cagliari e Sassari, Direzione regionale Musei) e ha coinvolto un ampio numero di soggetti sul territorio, tra cui i Comuni. La Regione Sardegna ha sostenuto la candidatura anche per l’aspetto finanziario. Questo risultato è stato raggiunto grazie all’azione sinergica del Ministero della Cultura, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unesco.

Un riconoscimento che celebra la storia e l’identità della Sardegna

L’iscrizione delle domus de janas nel Patrimonio Mondiale UNESCO è un riconoscimento di straordinaria importanza per la Sardegna e per l’Italia intera. Questo prestigioso riconoscimento non solo celebra la ricchezza e l’unicità del patrimonio culturale sardo, ma rafforza anche l’identità e l’orgoglio di un’intera comunità. Le domus de janas, testimonianza di un passato millenario, diventano un simbolo ancora più potente della storia e della cultura di questa affascinante isola.

Di euterpe

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