Un fronte comune contro la disinformazione
Durante la puntata di venerdì sera di ‘Quarto Grado’ su Retequattro, gli avvocati Massimo Lovati (difensore di Andrea Sempio), Giada Bocellari (difensore di Alberto Stasi) e Gian Luigi Tizzoni (legale della famiglia Poggi) hanno unito le forze per denunciare la crescente diffusione di fake news riguardanti il caso del delitto di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
La dichiarazione congiunta
In una dichiarazione diffusa da Mediaset, i legali hanno espresso la loro preoccupazione per la degenerazione della situazione a partire dall’inizio della nuova indagine. “Ci scontriamo tutti i giorni con una serie di notizie, o pseudo tali, che a nostro modo di vedere, oltre a diffamare alcuni soggetti coinvolti, su tutti la famiglia Poggi, danneggiano moltissimo questa nuova indagine”, si legge nella nota. Gli avvocati hanno sottolineato l’importanza di un senso di responsabilità collettivo, al di là delle singole posizioni processuali, per arginare la diffusione di informazioni false.
Rispetto per la vittima, il condannato e l’indagine
I legali hanno ribadito che la vicenda è una tragedia che non deve essere dimenticata, ricordando che una ragazza è stata uccisa, un uomo è in carcere con una condanna definitiva e una nuova persona è indagata. Hanno quindi invocato il rispetto per tutti i soggetti coinvolti e per il lavoro degli inquirenti. “Credo che sia doveroso rispettare tutti i soggetti coinvolti e anche l’indagine. È doveroso per noi, è un senso di responsabilità da parte di tutti”, hanno concluso.
L’importanza di un’informazione corretta
L’appello degli avvocati nel caso di Garlasco evidenzia un problema sempre più pressante: l’impatto delle fake news sui processi giudiziari e sulla vita delle persone coinvolte. In un’era in cui la disinformazione si diffonde rapidamente, è fondamentale che i media e il pubblico esercitino un senso critico e di responsabilità, verificando le fonti e evitando di alimentare voci infondate che possono compromettere la giustizia e la dignità umana.