
Un sogno africano nel cuore di Palermo
Doudou Diouf è arrivato in Sicilia nel 2008, con un regolare visto e un sogno nel cuore: far conoscere l’Africa, le sue tradizioni, la sua cucina. Dopo 17 anni a Catania, conosce Matilde Politi, cantautrice siciliana, e insieme si spostano a Palermo. Nel 2018, il sogno si concretizza: nasce il ristorante Ciwara, nel cuore del mercato della Vucciria, in piazza Caracciolo.
L’idea iniziale era di aprire il locale in zone più centrali come via Libertà o via Notarbartolo, ma la diffidenza dei proprietari e i costi elevati hanno portato Doudou a scegliere la Vucciria, un luogo pittoresco ma noto per la sua anarchia.
Ciwara: un nome, un simbolo
Il nome del ristorante, Ciwara, deriva dalle maschere rituali che raffigurano l’antilope, utilizzate dalla popolazione Bambara e riprodotte nel logo del locale. Un simbolo di fertilità, prosperità e lavoro agricolo, valori che Doudou Diouf ha voluto portare nella sua attività.
Non è stato facile convincere il proprietario dei locali ad affittarglieli, racconta Doudou, ma una volta che mi ha conosciuto tutto è stato più semplice. Oggi, anche alcuni familiari del proprietario supportano il progetto del Ciwara.
Tra controlli e accuse infondate
Doudou Diouf, che nel suo paese ha prestato servizio militare per tre anni, afferma di aver sempre rispettato le leggi e le ordinanze comunali. Nonostante ciò, negli anni ha subito una ventina di controlli e alcuni verbali che non ha contestato. Ma quanto accaduto il 6 giugno scorso è stato inaccettabile.
Durante un controllo della polizia municipale, arrivata con le bodycam, gli è stato contestato di aver trasformato il locale in una discoteca affollata, nonostante l’esercizio fosse autorizzato a diffondere musica. Un’accusa pesante, che ha portato al sequestro del locale.
La giustizia trionfa: il dissequestro del Ciwara
Difeso dall’avvocato Alessandro Crociata, Doudou Diouf ha portato le prove al tribunale del Riesame, dimostrando, anche grazie alle riprese delle telecamere, la difformità tra le accuse degli agenti e la realtà dei fatti. Il tribunale ha così revocato il sequestro, riconoscendo l’insussistenza delle accuse.
Per il proprietario del ristorante resta incomprensibile perché la polizia municipale abbia fatto delle contestazioni così pesanti da determinare anche una denuncia penale. Non appena avremo le motivazioni del dissequestro valuteremo ulteriori azioni legali, non solo per il danno economico subito dal momento della chiusura, ma soprattutto perché sia chiaro a tutti che il nostro lavoro si svolge con correttezza.
Un esempio di integrazione e resilienza
La storia di Doudou Diouf è un esempio di integrazione, resilienza e amore per la propria cultura. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli incontrati, ha saputo portare un pezzo d’Africa nel cuore di Palermo, creando un luogo di incontro e scambio culturale. La vicenda del sequestro, fortunatamente risolta a suo favore, mette in luce le sfide che spesso gli immigrati devono affrontare, ma anche la forza e la determinazione con cui possono superarle.