
Sistema di opacità e gestione clientelare: l’indagine
Un’indagine condotta dalle pm di Milano Giovanna Cavalleri e Giancarla Serafini ha svelato un presunto sistema di corruzione e turbativa d’asta all’interno del sistema penitenziario lombardo. Al centro dell’inchiesta, un meccanismo di “diffusa opacità” e una “gestione clientelare” degli appalti per lavori edili e di manutenzione in almeno sei carceri della regione, tra cui le milanesi San Vittore e Opera. Gli appalti, del valore di diverse centinaia di migliaia di euro, sarebbero stati sistematicamente affidati alle stesse imprese, in cambio di presunte tangenti.
Il ruolo chiave di Michele Caliendo
La figura centrale dell’inchiesta è Michele Caliendo, ingegnere e “funzionario tecnico” della sezione edilizia penitenziaria del Provveditorato regionale per la Lombardia. Caliendo, che ricopriva l’incarico di “direttore dei lavori e coordinatore sicurezza in fase esecutiva”, è accusato di aver orchestrato il sistema di gare truccate, favorendo specifiche imprese in cambio di denaro. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato perquisizioni a suo carico, sequestrando dispositivi informatici e telefoni per analizzare messaggi, chat e mail.
Perquisizioni e acquisizioni di documenti
Oltre a Caliendo, le perquisizioni hanno coinvolto altri due indagati e diverse persone in tutta Italia. La Gdf ha anche effettuato acquisizioni negli uffici del Provveditorato nei pressi di San Vittore, raccogliendo documenti relativi agli undici appalti finiti nel mirino degli inquirenti. L’obiettivo è ricostruire il flusso di denaro e accertare le responsabilità individuali.
La denuncia del Provveditorato e le indagini sui campi da calcio
L’inchiesta è nata da una denuncia dello stesso Provveditorato lombardo del Dap del Ministero della Giustizia e dalle verifiche della Gdf sulla realizzazione di campi da calcio nelle carceri di Pavia e Como. Inizialmente, le indagini si sono concentrate sui lavori per i campi da calcio, dove sono emerse irregolarità, problemi di sicurezza, lavorazioni non finite e costi gonfiati. Successivamente, l’attenzione si è spostata su un sistema più ampio di corruzione e turbativa d’asta.
Le accuse e gli indagati
Le accuse contestate sono corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico. Oltre a Caliendo, tra gli indagati per falso figurano Roberto Lucon, rappresentante legale di una delle società appaltatrici, la Lucon sport, ed Enrico Trocino, responsabile unico del procedimento per le opere del campo di calcio nel carcere di Como ed ex funzionario del Provveditorato lombardo del Dap.
Le anomalie negli appalti e le imprese coinvolte
Gli accertamenti hanno rivelato che il gruppo di lavoro che si è occupato delle opere nelle sei carceri era sempre composto dalle stesse persone, tra cui Caliendo e Trocino. Le tre aziende che hanno sempre ottenuto gli “affidamenti diretti” sono Edil Piazzatorre, Elcotem Impianti e Edilimpianti, già coinvolte in due indagini a Milano. In alcuni casi, le gare non sarebbero state aperte alle offerte di altre imprese, mentre in un’altra c’erano quaranta partecipanti formalmente, ma senza alcuna offerta.
Le prossime mosse degli inquirenti
Gli investigatori stanno analizzando i bandi d’appalto acquisiti e il giro di presunte mazzette. Si attendono risposte dall’analisi dei documenti acquisiti e dai sequestri di pc e cellulari, oltre che dalle testimonianze. Un dirigente del Provveditorato ha già segnalato “palesi anomalie” nel caso di Pavia, con la mancanza di documenti che definissero l’opera e l’assenza dei drenaggi del campo e delle reti di protezione del tunnel di ingresso. Anche sul caso di Como sono state riscontrate “varianti in aumento” senza “alcuna perizia”.
Riflessioni sull’integrità nel sistema penitenziario
L’inchiesta sulle presunte irregolarità negli appalti delle carceri lombarde solleva interrogativi inquietanti sull’integrità del sistema penitenziario. La gestione clientelare e la corruzione, se confermate, minano la fiducia nelle istituzioni e compromettono la sicurezza e la qualità della vita dei detenuti. È fondamentale che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto e che vengano adottate misure rigorose per prevenire simili episodi in futuro, garantendo trasparenza e legalità nell’assegnazione degli appalti pubblici.