Scoperte eccezionali a Casa Zapata: Un tuffo nella vita nuragica
Gli scavi archeologici condotti a Casa Zapata, situata nel cuore di Barumini e sede del sito Unesco Su Nuraxi, hanno portato alla luce reperti nuragici di straordinaria importanza. Olle, tegami, ciotole e tazze, accumulati in una nicchia, insieme a resti di cibo, offrono un’immagine vivida della vita quotidiana degli abitanti della torre durante il Bronzo Recente, un’epoca definita da Giovanni Lilliu come la “bella età dei nuraghi”. Questi ritrovamenti unici per stato di conservazione e quantità, gettano nuova luce sulla cultura e le abitudini alimentari di questo antico popolo.
La dieta varia dei Nuragici: Un sistema di scambi e trasporti sofisticato
“Un’ulteriore testimonianza di come la dieta fosse molto varia tra i nuragici, carne, pesce, molluschi, anche nelle zone interne, quindi distanti dal mare, a suggerire un sistema di scambi e trasporti”, sottolinea Emanuele Lilliu, presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura. Questa scoperta rivela un sistema di scambi e trasporti ben organizzato, che permetteva agli abitanti delle zone interne di accedere a risorse provenienti dal mare, arricchendo la loro dieta e testimoniando una società dinamica e interconnessa.
Casa Zapata: Un museo vivo tra ricerca, valorizzazione e promozione
Emanuele Lilliu spiega come Casa Zapata non sia solo un museo, ma un luogo dinamico dove la ricerca continua e i visitatori possono interagire direttamente con la storia e gli studiosi al lavoro. Questo approccio innovativo trasforma il sito archeologico in un’esperienza immersiva, permettendo ai visitatori di comprendere appieno la ricchezza e la complessità della civiltà nuragica.
Un cunicolo sotterraneo e le trasformazioni della torre centrale
Gianfranca Salis, direttrice degli scavi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, evidenzia come la torre centrale abbia subito un riutilizzo intenso in età storica, con significativi rimaneggiamenti strutturali. In particolare, è stato realizzato un cunicolo sotterraneo che collegava la torre a un pozzo, modificando l’architettura nuragica in modi unici rispetto ad altri siti sardi. Questo intervento, avvenuto dopo una fase di abbandono, testimonia la continua evoluzione e adattamento del sito nel corso dei secoli.
Prospettive scientifiche e la funzione del nuraghe
Sotto gli strati di crollo, è emersa la fase nuragica, rivelando segni di una quotidianità vissuta intensamente all’interno della torre. Queste nuove scoperte aprono importanti prospettive scientifiche per comprendere la funzione del nuraghe e le ragioni della sua costruzione a breve distanza dal sito Unesco. Gli studi futuri promettono di svelare ulteriori dettagli sulla vita, le credenze e le pratiche di questa affascinante civiltà.
Un patrimonio da valorizzare e proteggere
Le scoperte a Barumini non solo arricchiscono la nostra conoscenza della civiltà nuragica, ma sottolineano anche l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio archeologico sardo. Investire nella ricerca e nella promozione di questi siti significa onorare la nostra storia e offrire alle future generazioni l’opportunità di connettersi con le proprie radici culturali. È fondamentale che le istituzioni, gli studiosi e la comunità locale collaborino per garantire la conservazione e la fruizione di questo inestimabile tesoro.
