Fine dell’attesa: sbarco autorizzato a Pozzallo
Nella tarda serata di ieri, si è conclusa la complessa vicenda dello sbarco dei 61 migranti a bordo della Sea-Eye 5, nave umanitaria tedesca. L’imbarcazione aveva soccorso 65 persone in difficoltà a circa 50 miglia a nord di Tripoli. Dopo una giornata segnata da incertezze e cambi di destinazione, la nave ha finalmente attraccato intorno alle 22:00 alla banchina del porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, concludendo un’attesa di circa 20 ore a poche miglia dalla costa.
Un iter complesso e un cambio di rotta
La svolta è giunta al termine di intense interlocuzioni con le autorità italiane, che inizialmente avevano indicato Taranto come porto sicuro per lo sbarco. Successivamente, la decisione è stata rivista, autorizzando la Sea-Eye 5 a dirigersi verso Pozzallo. Questa modifica è stata cruciale per risolvere l’impasse.
La posizione della ONG e l’evacuazione medica
Inizialmente, le autorità italiane avevano concesso lo sbarco solamente ai migranti considerati “fragili”, intimando alla Sea-Eye 5 di proseguire verso Taranto con gli altri. Questa richiesta è stata fermamente respinta dalla ONG, che ha motivato la sua decisione con ragioni di sicurezza, ritenendo troppo rischioso il trasferimento dei naufraghi verso una destinazione così distante. Nel corso del pomeriggio, si è reso necessario un intervento medico urgente: una giovane donna nigeriana al nono mese di gravidanza è stata trasferita a terra da una motovedetta della Guardia Costiera e successivamente trasportata in ospedale a Modica.
L’appello del sindaco e la conclusione della vicenda
Anche il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, aveva lanciato un appello alle autorità competenti, sollecitando lo sbarco dei migranti e definendo “incomprensibile” la situazione di stallo. La vicenda si è conclusa in serata con l’attracco della nave al porto e il trasferimento dei migranti presso l’hotspot locale.
Riflessioni su un’odissea nel Mediterraneo
La vicenda dello sbarco dei migranti dalla Sea-Eye 5 a Pozzallo solleva ancora una volta interrogativi sulla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. La lunga attesa e l’iniziale indicazione di un porto lontano come Taranto evidenziano le difficoltà e le incertezze che spesso caratterizzano queste operazioni. Fortunatamente, il buon senso e la collaborazione hanno prevalso, consentendo lo sbarco in un porto più vicino e adeguato alle esigenze dei migranti, tra cui donne e bambini. Resta fondamentale trovare soluzioni strutturali a livello europeo per affrontare in modo efficace e umano la questione migratoria.
