Un Deposito che è una Macchina del Tempo
Entrare nel deposito di costumi, attrezzi, arredi e automobili per ‘Gomorra – Le Origini’ è come varcare la soglia di una macchina del tempo. Circa 300 veicoli di scena, recuperati tra associazioni, privati e collezionisti, sono parcheggiati in file ordinate, tutti perfettamente funzionanti. L’esplosione di colori e linee eleganti cattura immediatamente l’attenzione: dal rosso fiammante della Ferrari al giallo vivace del taxi, passando per il ruggine della Lancia, il rosso del Duetto Alfa Romeo, il blu della Mustang e l’argento della BMW. Questi gioielli su quattro ruote rappresentano il gruppo glam dei personaggi ventenni guidati da Angelo, mentre i minorenni sfrecciano su motorini scassati, come il Ciao rosso di Pietro Savastano e il Boxer. Non mancano i mezzi pubblici, come l’autobus ‘becco d’oca’ con il posto riservato al bigliettaio e l’ambulanza dalle forme cilindriche.
Dietro le Quinte: Cento Giorni di Riprese a San Giovanni a Teduccio
Dopo cento giorni di riprese, il set di San Giovanni a Teduccio ha visto la conclusione dei lavori per ‘Gomorra – Le Origini’, una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Cattleya. La serie, creata da Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Roberto Saviano, con sceneggiature di Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Marco D’Amore, e regia di Marco D’Amore (episodi 1-4) e Francesco Ghiaccio (episodi 5-6), debutterà in esclusiva su Sky e in streaming su NOW a gennaio 2026. Ma il lavoro non si ferma qui: la seconda e la terza stagione sono già in fase di preparazione.
Un Atelier Gigantesco: Costumi e Identità Stilistiche
L’hangar si rivela un gigantesco atelier, con una parete dedicata al trucco e un’area espositiva con le foto dei personaggi e le prove costume dei diversi gruppi. La costumista Olivia Bellini spiega: “Abbiamo dovuto fare un grande lavoro di documentazione per evitare di cadere in cliché modaioli”. Ogni gruppo ha una sua identità stilistica ben definita: Angelo e il suo gruppo sfoggiano un look glamour rock, i Caputo si distinguono per i toni tristi del marrone e del grigio, mentre i ragazzini, provenienti da contesti poveri, vestono con colori accesi. I camorristi della Villa del centro, invece, optano per abiti eleganti ma sopra le righe. Scianel da giovane mostra già il suo charme vistoso, mentre Imma, da adolescente, incarna l’eleganza sobria della borghesia.
Dettagli di Stile: Abiti Stretti e Invecchiati ad Arte
Olivia Bellini racconta che Pietro è un ragazzino povero che indossa la giacca dello zio, vestito quasi sempre allo stesso modo. “Era un’epoca povera, non ci si cambiava tanto, e la ripetizione dell’immagine crea affetto e legame con il personaggio”. I colli di pelliccia sui cappotti di pelle e sulle giacche di velluto, le magliette a righe, i pantaloni stretti a vita bassa, i pantaloni a quadri, i grandi colli aperti su giacche e maglioni, il giubbottino di pelle stretto e corto, la maglia a collo alto rossa e il completo con panciotto azzurro sono tutti elementi che contribuiscono a ricreare l’atmosfera degli anni ’70. Per le donne, fanno capolino i primi accenni di animalier e linee sempre sensuali. Poiché non è stato possibile reperire tutti gli abiti necessari, è stato messo in atto un processo di invecchiamento artigianale: bruciature con la fiamma, usura con l’ossidiana, scoloriture con varechina e trielina. “Abbiamo bucato, sporcato, annerito con terre, grassi meccanici e vasellina. Un lavoro lungo e impegnativo, fondamentale per restituire la patina del tempo”. Gli abiti stretti e aderenti, tipici degli anni ’70, hanno creato qualche difficoltà agli attori, abituati a indumenti più comodi. Tuttavia, questo li ha costretti a muoversi come si faceva all’epoca, contribuendo a creare un senso di appartenenza a quel tempo.
La Scelta di San Giovanni a Teduccio: Una Napoli Che Non Esiste Più a Secondigliano
La produzione ha compiuto uno sforzo enorme per ricreare le scene in città, coinvolgendo centinaia di persone. La scelta è ricaduta su San Giovanni a Teduccio, poiché a Secondigliano quella Napoli non esiste più. Lo scenografo Fabrizio D’Arpino spiega: “La difficoltà più grande è stata quella di ricreare gli ambienti urbani, l’insieme degli scenari che la serie racconta in un’epoca diversa da altre città”.
Un’Operazione di Recupero Memoria e Stile
‘Gomorra – Le Origini’ si preannuncia come un’operazione di recupero della memoria storica e dello stile di un’epoca cruciale per Napoli. La cura maniacale per i dettagli, dai costumi alle automobili, passando per la ricostruzione degli ambienti urbani, promette di trasportare lo spettatore in un viaggio immersivo nel cuore degli anni ’70. La serie non si limita a raccontare le dinamiche criminali, ma offre anche uno spaccato sociale e culturale di un’Italia in trasformazione, con le sue contraddizioni, le sue mode e le sue aspirazioni.
