Identificazione delle vittime: un processo lento e doloroso
A tre giorni dal tragico schianto dell’aereo Air India Boeing 787-8 (AI171) diretto a Londra, le autorità indiane hanno comunicato di essere riuscite a identificare solo 47 delle quasi 300 vittime stimate. L’identificazione è avvenuta attraverso complessi test del DNA, necessari a causa delle condizioni dei corpi, molti dei quali gravemente carbonizzati.
Finora, solo 24 corpi sono stati restituiti alle famiglie, un numero esiguo che acuisce il dolore e l’angoscia dei parenti in attesa di poter dare un ultimo saluto ai propri cari. Nella capitale del Gujarat, Ahmedabad, si sono svolti oggi i primi riti funebri indù, ma per molti la cerimonia funebre resta sospesa, in attesa di una conferma ufficiale.
Il dolore e la frustrazione dei familiari
I familiari delle vittime non ancora identificate hanno espresso forte frustrazione per la mancanza di assistenza e supporto da parte delle autorità. Le lunghe attese e la lentezza delle procedure di identificazione stanno mettendo a dura prova la loro resilienza, già provata dalla perdita improvvisa e traumatica dei propri cari.
Molti lamentano la difficoltà di ottenere informazioni chiare e tempestive sull’andamento delle operazioni di identificazione e sulla tempistica prevista per la restituzione dei corpi. La mancanza di un adeguato supporto psicologico e logistico da parte delle autorità contribuisce ad aumentare il senso di abbandono e disperazione.
Il bilancio della tragedia
Il disastro aereo ha causato la morte di tutte le 242 persone a bordo del Boeing 787-8 Dreamliner, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, con un solo sopravvissuto. Oltre alle vittime a bordo, almeno altre 29 persone, tra cui cinque studenti, hanno perso la vita a terra, nel campus di una facoltà di medicina a Meghaninagar, il luogo dell’impatto.
Il bilancio complessivo della tragedia è quindi di oltre 270 vittime, un numero che rende questo disastro uno dei più gravi nella storia dell’aviazione civile indiana.
Le indagini sull’incidente
Sono state avviate due indagini separate per accertare le cause dell’incidente: una condotta dal governo indiano e l’altra dalle autorità aeronautiche. Al centro delle indagini c’è l’esame della scatola nera del Boeing 787-8 Dreamliner, recuperata venerdì. La scatola nera contiene i dati di volo e le registrazioni audio della cabina di pilotaggio, elementi fondamentali per ricostruire gli ultimi istanti del volo e individuare eventuali anomalie o errori che potrebbero aver contribuito al disastro.
Gli investigatori dovranno analizzare attentamente tutti i dati disponibili, compresi i registri di manutenzione dell’aereo, le condizioni meteorologiche al momento del decollo e le comunicazioni tra l’equipaggio e la torre di controllo, per determinare con precisione le cause dell’incidente e prevenire il ripetersi di simili tragedie.
Una tragedia che solleva interrogativi
La tragedia di Air India ad Ahmedabad è un evento doloroso che solleva interrogativi sulla sicurezza aerea e sull’efficienza delle procedure di identificazione delle vittime in caso di disastri di tale portata. È fondamentale che le indagini sull’incidente siano condotte con la massima trasparenza e rigore, al fine di accertare le responsabilità e adottare le misure necessarie per migliorare la sicurezza dei voli. Allo stesso tempo, è essenziale garantire un adeguato sostegno alle famiglie delle vittime, offrendo loro assistenza psicologica, legale e logistica in questo momento di profondo dolore.
