
Votazione Parlamentare e Ineleggibilità
Il Parlamento del Perù, dopo una sessione plenaria e una votazione di riesame, ha approvato l’ineleggibilità per dieci anni dell’ex presidente Martín Vizcarra Cornejo. Questa decisione, ampiamente riportata dai media peruviani, significa che Vizcarra non potrà ricoprire alcun incarico pubblico fino al 2035. Un totale di 67 parlamentari hanno votato a favore dell’ineleggibilità, superando di un voto la soglia dei 66 necessari per bandire Vizcarra dalla politica.
Proponenti e Motivazioni della Riesame
La votazione di riesame è stata presentata dai deputati Noelia Herrera e Jorge Montoya, entrambi esponenti del partito di estrema destra Renovación Popular. Il fulcro dell’accusa risiede nella presunta violazione dell’articolo 134 della Costituzione Politica del Perù. Questo articolo stabilisce che il Parlamento può essere sciolto solo dopo due mozioni di sfiducia, mentre nel 2020 Vizcarra aveva proceduto allo scioglimento dopo una sola mozione.
Contesto Costituzionale e Accuse
Il testo approvato dal Parlamento sancisce l'”inabilitazione per dieci (10) anni all’esercizio della funzione pubblica” per Martín Alberto Vizcarra Cornejo, basandosi sulla violazione dell’articolo 134 della Costituzione. La Costituzione peruviana, in questo contesto, è stata interpretata come un limite all’azione dell’ex presidente, che avrebbe agito in modo non conforme alle procedure stabilite per lo scioglimento del Parlamento.
Implicazioni Politiche e Giuridiche
La decisione del Parlamento peruviano di inabilitare l’ex presidente Vizcarra per dieci anni solleva importanti questioni politiche e giuridiche. Da un lato, evidenzia le tensioni tra potere esecutivo e legislativo nel sistema politico peruviano. Dall’altro, pone interrogativi sulla corretta interpretazione delle norme costituzionali e sulle conseguenze per la democrazia del paese. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi futuri e le reazioni della società civile per comprendere appieno l’impatto di questa decisione.