
Aggressione alla piscina di Monselice: scatta il ‘Daspo Willy’
La città di Padova è stata teatro di un’azione decisa da parte della Questura, che ha disposto un ‘Daspo Willy’ per il noto trapper Baby Touche e altri cinque giovani, in seguito all’aggressione avvenuta lo scorso 4 giugno ai danni del gestore della piscina comunale di Monselice. L’episodio, particolarmente grave per essere avvenuto in un contesto pubblico e alla presenza di famiglie e minori, ha portato all’emissione di misure restrittive significative nei confronti dei responsabili.
Dettagli del provvedimento: interdizione e divieto di ritorno
Il provvedimento, che ha una durata di tre anni, vieta a Baby Touche e ai suoi complici l’accesso alle aree urbane, agli esercizi pubblici e ai locali di intrattenimento dell’intera provincia di Padova. Inoltre, è stato imposto loro il divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione sportiva sul territorio nazionale. A ciò si aggiunge la misura di prevenzione personale del Foglio di via obbligatorio, con il divieto di ritorno nel Comune di Monselice per un periodo di quattro anni. Il gestore della piscina, vittima dell’aggressione, aveva riportato contusioni multiple.
Baby Touche: un curriculum di precedenti e misure preventive
Baby Touche, il trapper 21enne coinvolto nell’aggressione, è già noto alle forze dell’ordine e destinatario di numerose misure di prevenzione a seguito di reati contro la persona, la pubblica amministrazione e il patrimonio. Oltre a un avviso emesso nel giugno 2022, a suo carico figurano diversi Fogli di via obbligatori con divieto di ritorno nei Comuni di Padova, Venezia, Ponte San Nicolò e Vicenza, ciascuno della durata di quattro anni. Questi provvedimenti testimoniano una storia di comportamenti antisociali e violazioni della legge.
Coinvolgimento di altri soggetti: un quadro allarmante
Oltre a Baby Touche, è stato raggiunto da provvedimento anche un 27enne, amico del trapper, già noto alle forze dell’ordine per una serie di reati che includono furto, ricettazione, danneggiamento, lesioni, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, evasione e maltrattamenti in famiglia. Su di lui grava anche una condanna a cinque anni di carcere per tentato omicidio e favoreggiamento personale. Gli altri tre giovani coinvolti, di età compresa tra i 19 e i 23 anni, hanno alle spalle varie denunce per reati simili.
Le parole del Questore: ripristino della legalità e responsabilizzazione
Il Questore di Padova, Marco Odorisio, ha sottolineato come i provvedimenti adottati rispondano alla duplice esigenza di ripristinare la legalità e garantire la fruizione in sicurezza dei luoghi pubblici. “Con l’allontanamento si cerca di rendere consapevoli i ragazzi della antisocialità e della gravità delle loro condotte, in un’ottica di responsabilizzazione degli stessi”, ha dichiarato Odorisio, evidenziando l’importanza di un approccio che miri non solo alla repressione, ma anche alla rieducazione e alla consapevolezza delle proprie azioni.
Riflessioni sull’efficacia delle misure preventive
L’applicazione del ‘Daspo Willy’ e di altre misure preventive rappresenta un segnale forte da parte delle autorità nella lotta contro la criminalità giovanile e la violenza nei luoghi pubblici. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi sull’efficacia a lungo termine di tali provvedimenti. Se da un lato possono contribuire a ripristinare un senso di sicurezza immediato, dall’altro è necessario un impegno più ampio per affrontare le cause profonde del disagio giovanile e promuovere percorsi di reinserimento sociale efficaci. Solo attraverso un approccio integrato, che combini repressione e prevenzione, sarà possibile contrastare efficacemente il fenomeno della violenza e garantire un futuro più sicuro per i giovani e per la comunità.