Lega all’attacco: serve trasparenza sugli autovelox
La Lega ha presentato un emendamento al Decreto Infrastrutture con un obiettivo chiaro: obbligare i Comuni a comunicare formalmente tutti gli autovelox presenti sul proprio territorio. L’iniziativa nasce dalla constatazione, definita “gravissima” dalla stessa Lega, dell’assenza di un censimento nazionale degli autovelox. Secondo una nota del partito, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), guidato da Matteo Salvini, sta richiedendo da tempo questi dati senza ottenere risposte esaustive. L’emendamento prevede che, in mancanza di tali informazioni, i dispositivi non potranno entrare in funzione, un deterrente per spingere le amministrazioni locali alla trasparenza.
Codacons: ritardi e mancate omologazioni, un tesoretto a rischio per i Comuni?
Il Codacons rincara la dose, definendo “gravissimo” che in Italia non esista un censimento degli autovelox. L’associazione dei consumatori denuncia come il ritardo delle amministrazioni locali nella comunicazione dei dati al Mit stia avendo conseguenze pesanti. A causa della mancanza di numeri ufficiali, il Ministero ha dovuto ritirare e rimandare il decreto sull’omologazione degli autovelox. Questo ha portato all’annullamento sistematico, da parte di prefetti e giudici di pace, delle multe stradali elevate da apparecchi approvati ma non omologati.
Il Codacons solleva un interrogativo inquietante: i Comuni sono realmente all’oscuro del numero di autovelox installati sul territorio, o i ritardi nella comunicazione dei dati sono legati al “tesoretto” garantito dagli autovelox? Un tesoretto che, secondo l’associazione, sarebbe messo a rischio dall’atteso decreto del Mit, che potrebbe bloccare l’utilizzo di apparecchi non a norma. Secondo le stime del Codacons, il 59,4% degli autovelox fissi e il 67,2% di quelli mobili installati lungo le strade italiane sono stati validati prima del 2017, data spartiacque in tema di omologazione. Le ultime stime non ufficiali parlano di 10.221 autovelox fissi e mobili in Italia, che solo nelle principali 20 città italiane hanno garantito incassi per oltre 62 milioni di euro lo scorso anno.
Decreto Mit: scade il termine per l’adeguamento, cosa cambia?
Il Codacons ricorda che il 12 giugno è scaduto il termine entro cui le amministrazioni locali dovevano adeguarsi alle nuove disposizioni sugli autovelox introdotte dal decreto del Mit, entrato in vigore il 12 giugno 2024, che concedeva un anno di tempo ai Comuni per conformarsi. La stretta interessa diversi aspetti, dalle tipologie di strada su cui installare gli apparecchi alle distanze minime tra un autovelox e l’altro, passando per i limiti di velocità massimi.
Tra le novità più importanti, il Codacons segnala che i tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto, e solo in presenza di determinate condizioni: elevata incidentalità da velocità nel quinquennio precedente; impossibilità o difficoltà di contestazione immediata della violazione; velocità dei veicoli in transito mediamente superiore ai limiti consentiti.
Il decreto stabilisce anche distanze minime tra i dispositivi: 4 km su autostrade; 3 su strade extraurbane principali; 1 km su strade extraurbane secondarie, locali e itinerari ciclopedonali; 1 km anche su strade urbane di scorrimento e 500 metri su strade urbane di quartiere e urbane locali. Per le postazioni fisse: 500 metri in ambito urbano e nelle zone di confine con l’ambito extraurbano.
Infine, la distanza tra il segnale del limite di velocità e l’autovelox deve essere di almeno 1 km su strade extraurbane; 200 metri su strade urbane di scorrimento; 75 metri sulle altre strade. La collocazione di autovelox è soggetta a ulteriori restrizioni in base al tipo di strada e ai limiti di velocità consentiti.
Un sistema da riformare per la sicurezza e la fiducia dei cittadini
La vicenda degli autovelox in Italia mette in luce un sistema che necessita di una profonda riforma. La mancanza di trasparenza e le irregolarità nelle omologazioni minano la fiducia dei cittadini e sollevano dubbi sulla reale finalità di questi dispositivi: la sicurezza stradale o la mera riscossione di denaro? È fondamentale che le istituzioni, a tutti i livelli, collaborino per garantire la legalità e la trasparenza, ristabilendo un rapporto di fiducia tra Stato e cittadini.
