Nuova strage a Gaza durante la distribuzione di aiuti
Ancora una volta, la disperazione a Gaza si trasforma in tragedia. Nei pressi del checkpoint di Netzarim, nel cuore della Striscia, almeno 31 persone hanno perso la vita e oltre 200 sono rimaste ferite mentre cercavano di accedere ai centri di distribuzione degli aiuti umanitari. La Protezione Civile della Striscia ha denunciato l’accaduto, mentre l’esercito israeliano (Idf) ha ammesso di aver effettuato “colpi di avvertimento” contro i civili che si avvicinavano alle loro forze, percepiti come una minaccia.
Questo tragico evento segue un copione già visto, legato al nuovo sistema di distribuzione dei beni gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation. Questo metodo è stato fortemente criticato da agenzie umanitarie, ONG e governi, ma il governo Netanyahu sembra intenzionato a proseguire su questa strada.
Crisi politica interna in Israele: il governo Netanyahu a rischio
Il governo di Benjamin Netanyahu si trova ad affrontare un momento di grande instabilità. Un disegno di legge presentato dall’opposizione per lo scioglimento del parlamento potrebbe portare a elezioni anticipate. La situazione è resa ancora più complessa dalle divisioni interne alla coalizione di governo.
I partiti ultra-ortodossi, che sostengono la maggioranza, minacciano di appoggiare la mozione di scioglimento se non verrà raggiunto un accordo sulla loro richiesta di esentare i propri membri dal servizio militare. Netanyahu è sotto pressione anche all’interno del suo partito, il Likud, affinché imponga sanzioni ai renitenti alla leva, una linea considerata inaccettabile dai partiti haredi come Shas e Utj.
In un tentativo di guadagnare tempo, la coalizione ha riempito l’agenda della Knesset di numerose proposte di legge per ritardare il voto. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha lanciato un appello ai parlamentari, avvertendo che far cadere il governo in tempo di guerra rappresenterebbe “un pericolo esistenziale per il futuro” di Israele.
Tensioni internazionali e accuse di interferenze
Il conflitto a Gaza continua, così come le tensioni al confine con il Libano, dove l’esercito israeliano ha intensificato la sua presenza. Cresce la pressione internazionale per un cessate il fuoco, ma Israele difende le sue scelte e respinge le interferenze, anche quelle umanitarie.
Dopo il sequestro della nave di Freedom Flotilla e il rimpatrio dei primi attivisti, l’ONG Adalah ha denunciato l’isolamento dell’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan in un carcere israeliano, a seguito di una protesta. Il ministro della Difesa Israel Katz ha inoltre lanciato un avvertimento contro un nuovo convoglio di attivisti filopalestinesi diretti a Gaza, chiedendo alle autorità egiziane di impedirne l’arrivo al confine.
Un quadro complesso e preoccupante
La situazione a Gaza è drammatica, con una popolazione stremata dalla guerra e dalla mancanza di aiuti umanitari. La strage durante la distribuzione degli aiuti è un tragico esempio delle conseguenze di un conflitto che sembra non avere fine. Allo stesso tempo, la crisi politica interna in Israele aggiunge ulteriore incertezza e instabilità. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni per trovare una soluzione pacifica e duratura, che garantisca la sicurezza e la dignità di tutti.
