Usyk dal training camp in Spagna: attacco verbale a Trump
Oleksandr Usyk, campione del mondo dei pesi massimi, durante il suo training camp in Spagna in preparazione alla rivincita del 19 luglio a Wembley contro Daniel Dubois, ha lanciato una serie di colpi verbali contro il Presidente americano Donald Trump. Il campione ucraino, da sempre sostenitore della pace nel suo paese, ritiene che Trump debba avere una visione più chiara e diretta della situazione in Ucraina per poter trovare una soluzione alla crisi.
L’invito diretto: “Trump, venga a vivere a casa mia”
Usyk, 38 anni, oro olimpico nel 2012, ha consigliato al Presidente Trump di recarsi in Ucraina per vedere di persona i danni causati dalla guerra. In un’intervista alla BBC, Usyk ha dichiarato: “Consiglio al presidente americano Donald Trump di venire in Ucraina e vivere a casa mia per una settimana. Solo una settimana, io gli darò la mia casa. Per favore Trump, vivi in Ucraina e guarda cosa succede ogni notte. Ogni notte ci sono bombe e voli sopra casa mia. Bombe, razzi. Ogni notte. Basta così”.
La promessa di Trump e la realtà del conflitto
Trump aveva promesso di risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina “in 24 ore” se fosse stato eletto. Tuttavia, nonostante il ritorno di Trump alla Casa Bianca nel 2024, l’invasione russa non è cessata e la situazione rimane in stallo. Alla domanda se Trump capirebbe la gravità della situazione visitando la sua casa in Ucraina, Usyk ha risposto: “Non lo so. Forse capirà, forse no”.
La guerra sempre presente nei pensieri di Usyk
Il campione del mondo dei massimi Wbc, Wba e Wbo (Dubois detiene il titolo Ibf) ha spiegato che, anche durante gli allenamenti, il pensiero della guerra non lo abbandona mai. “Mi preoccupo per quello che succede nel mio Paese. È una situazione terribile perché sono morti tanti ucraini”, ha detto Usyk. “Non si tratta solo di militari, ma anche di bambini, donne, nonne e nonni”.
Un appello accorato per la pace
L’invito di Usyk a Trump è un gesto simbolico, ma potente. Il campione ucraino cerca di sensibilizzare il mondo sulla tragica realtà della guerra nel suo paese, invitando i leader mondiali a vedere di persona le sofferenze della popolazione civile. La sua testimonianza è un appello accorato per la pace e per una soluzione diplomatica al conflitto.