Chivu in sede, accordo biennale: l’Inter riparte dall’ex difensore
Cristian Chivu è ufficialmente il nuovo allenatore dell’Inter. L’ex difensore rumeno ha raggiunto la sede nerazzurra per definire gli ultimi dettagli e firmare un contratto biennale che lo legherà al club. La dirigenza, rappresentata da Beppe Marotta e Piero Ausilio, ha deciso di puntare su un profilo che conosce bene l’ambiente interista, avendo vestito la maglia nerazzurra dal 2007 al 2014, conquistando il Triplete nel 2010.
Tifosi divisi: tra contestazioni e fiducia nel cuore nerazzurro
La scelta di Chivu non ha però convinto immediatamente la tifoseria interista. Sui social network si sono moltiplicati i messaggi di contestazione, con paragoni scomodi a esperienze passate come quella di Stramaccioni. Molti tifosi mettono in dubbio l’esperienza di Chivu, reduce da una breve parentesi sulla panchina del Parma e con un passato nelle giovanili nerazzurre. Altri, invece, si affidano al suo attaccamento alla maglia e alla sua conoscenza dell’ambiente per risollevare le sorti della squadra.
Dopo i rifiuti, Chivu l’alternativa per ripartire
La decisione di puntare su Chivu è arrivata dopo una serie di rifiuti da parte di altri allenatori, tra cui Cesc Fabregas, attuale tecnico del Como. Il club lariano, con un comunicato ufficiale, ha chiuso le porte all’Inter, costringendo la dirigenza nerazzurra a virare su altre opzioni. Tra queste, Chivu è sembrata la scelta più convincente, nonostante la sua inesperienza in Serie A.
Un passato da guerriero: la frattura al cranio e il ritorno in campo
La carriera di Chivu è stata segnata anche da un grave infortunio. Il 6 gennaio 2010, durante Chievo-Inter, il difensore rumeno si scontrò con Sergio Pellissier, riportando una frattura al cranio. Un episodio che mise a rischio la sua carriera, ma che Chivu superò con grande determinazione, tornando in campo con un caschetto protettivo che lo accompagnò per il resto della sua avventura nerazzurra.
Un compito arduo: ricostruire dopo le delusioni
Per Chivu si prospetta un compito tutt’altro che semplice. L’Inter è reduce da una stagione deludente, culminata con la pesante sconfitta nella finale di Champions League contro il Manchester City. La squadra ha bisogno di essere ricostruita, sia dal punto di vista tattico che mentale. Chivu dovrà svecchiare la rosa, motivare i giocatori e avviare un nuovo ciclo in vista del Mondiale per Club del 2025.
Il paragone con Pirlo: un precedente da evitare
Inevitabile il paragone con l’esperienza di Andrea Pirlo sulla panchina della Juventus nel 2020. Anche l’ex centrocampista bianconero, al suo primo incarico da allenatore, fu chiamato a guidare una squadra in difficoltà. L’avventura di Pirlo si concluse dopo una sola stagione, con la vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana, ma senza raggiungere gli obiettivi prefissati. Chivu dovrà evitare gli errori del suo predecessore e dimostrare di essere all’altezza della sfida.
Una scommessa rischiosa ma affascinante
La scelta di Chivu rappresenta una scommessa per l’Inter. Affidare la panchina a un allenatore giovane e inesperto comporta dei rischi, ma può anche rivelarsi una mossa vincente. Chivu conosce bene l’ambiente nerazzurro e ha dimostrato di avere le idee chiare sul tipo di calcio che vuole proporre. Se saprà farsi rispettare nello spogliatoio e trasmettere la sua grinta alla squadra, potrà sicuramente fare bene. Resta da vedere se avrà il tempo e il supporto necessari per costruire un progetto a lungo termine.
