Un pioniere della letteratura LGBTQ+
È morto a New York all’età di 85 anni Edmund White, scrittore statunitense considerato un pioniere della letteratura LGBTQ+. La notizia è stata confermata dal suo agente, Bill Clegg, ai media americani. White, che conviveva con l’HIV dagli anni ’80 e aveva subito diversi problemi di salute negli ultimi anni, lascia un’eredità letteraria di oltre 30 libri, tra romanzi, saggi e memorie, in cui ha esplorato con coraggio e profondità le proprie esperienze sessuali e l’identità gay. La sua capacità di narrare dettagli intimi con grazia e onestà gli è valsa il soprannome di ‘padrino della letteratura queer’ da parte del Chicago Tribune.
Una vita tra letteratura, viaggi e attivismo
Nato a Cincinnati, Ohio, nel 1940, White crebbe nei pressi di Chicago e frequentò l’esclusiva Cranbrook School in Michigan, esperienza che raccontò nel romanzo ‘E la bella stanza è vuota’. Dopo aver rifiutato l’ammissione ad Harvard, si laureò in cinese all’Università del Michigan. Nel 1970 visse per alcuni mesi a Roma, mentre dal 1983 al 1990 si trasferì in Francia, dove si appassionò agli scrittori Jean Genet, Marcel Proust e Arthur Rimbaud, di cui scrisse diverse biografie. Tuttavia, trascorse gran parte della sua vita a New York, dove fu testimone delle rivolte di Stonewall nel 1969, evento che segnò una svolta nella sua consapevolezza e nel suo impegno per i diritti LGBTQ+.
Opere che hanno segnato un’epoca
Il suo primo romanzo, ‘Forgetting Elena’ (1973), esplorava i rituali della vita gay a Fire Island, mentre ‘Nocturnes for the King of Naples’ (1978) presentava un epistolario tra un uomo gay e il suo defunto amante. Il successo arrivò con ‘Un giovane americano’ (1982), il primo volume di una trilogia autobiografica che proseguì con ‘La bella stanza è vuota’ (1988) e ‘La sinfonia dell’addio’ (1997). ‘Un giovane americano’ fu paragonato a ‘Il giovane Holden’ di Salinger e al ‘De Profundis’ di Wilde, per la sua capacità di descrivere l’esperienza di un giovane omosessuale nell’America degli anni ’50.
L’ultima opera e l’eredità di un autore coraggioso
La sua ultima opera, ‘The Loves of My Life: A Sex Memoir’, pubblicata quest’anno, è una ‘sex memoir’ in cui White descrive i suoi incontri con circa 3.000 uomini. L’autobiografia sarà pubblicata in Italia il 20 giugno da Playground con il titolo ‘Gli amori della mia vita’. Edmund White lascia un’eredità di coraggio, onestà e apertura, contribuendo in modo significativo alla letteratura LGBTQ+ e alla comprensione dell’esperienza gay.
Un addio a un maestro della narrazione intima
La scomparsa di Edmund White segna la fine di un’era per la letteratura LGBTQ+. Con la sua scrittura audace e senza compromessi, White ha aperto nuove strade per la rappresentazione dell’esperienza gay, offrendo uno sguardo intimo e onesto sulla sessualità, l’identità e le relazioni. La sua opera continuerà a ispirare e a sfidare i lettori, contribuendo a promuovere una maggiore comprensione e accettazione della diversità.
