Un tributo artistico per la memoria
Il volto sorridente di Ilaria Alpi, gli occhiali da sole di Miran Hrovatin, un microfono e una telecamera, simboli del loro impegno giornalistico. E poi, tre rose bianche, una con la scritta incisiva “noi non archiviamo”, e sullo sfondo l’imponente parola ‘Truth’, verità. Questo è il murale che da oggi campeggia sulla facciata del Tg3 a Saxa Rubra, un’opera realizzata dalla street artist Laika per onorare la memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a 31 anni dalla loro tragica scomparsa a Mogadiscio, in Somalia.
L’iniziativa, promossa dal sindacato Usigrai, vuole ricordare a tutti che la ricerca della verità e della giustizia dietro la loro barbara uccisione, avvenuta in circostanze ancora non del tutto chiarite, è un impegno che non deve mai venire meno.
L’importanza della memoria e della libertà di informazione
All’inaugurazione dell’opera era presente l’Ad della Rai, Giampaolo Rossi, che ha sottolineato l’importanza dell’esempio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin per la funzione del servizio pubblico. “Il loro esempio è importante per la funzione del servizio pubblico che ricopre tutte le funzioni, non solo il giornalismo, ma anche chi fa comunicazione e chi ha la responsabilità di governare un’azienda complessa come questa. Credo che sia importante dare questo strumento di memoria attraverso questa immagine, come grande servizio di libertà”, ha dichiarato Rossi.
Daniele Macheda, segretario Usigrai, ha evidenziato come la scarsa attenzione mediatica al caso possa aver contribuito a insabbiare la verità. “Il fatto che siano stati in pochi a raccontare forse ha determinato la possibilità anche di spegnere quegli occhi e quelle voci: se ci fossero stati cento Ilaria e cento Miran quella volta in Somalia, sarebbe stato più complicato anche per chi voleva spegnere quelle voci”, ha affermato Macheda.
Un caso ancora avvolto nel mistero
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin furono uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994. Ilaria Alpi, inviata del Tg3, si trovava in Somalia per seguire gli sviluppi della guerra civile e per indagare su un presunto traffico di armi e rifiuti tossici illegali, che coinvolgeva anche interessi italiani. Miran Hrovatin era il suo operatore. Le circostanze della loro morte sono ancora oggi oggetto di controversie e indagini. Nonostante diverse inchieste e processi, la verità completa sui mandanti e gli esecutori dell’omicidio non è ancora stata accertata.
Il murale realizzato da Laika è quindi un monito a non dimenticare questa vicenda e a continuare a chiedere verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, simboli del giornalismo d’inchiesta e della libertà di informazione.
Un impegno costante per la verità
La realizzazione di questo murale è un gesto significativo per mantenere viva la memoria di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e per ribadire l’importanza del giornalismo d’inchiesta e della ricerca della verità, soprattutto in contesti difficili e pericolosi. L’opera di Laika è un invito a non dimenticare il loro sacrificio e a continuare a chiedere giustizia, affinché la verità sulla loro morte venga finalmente a galla.
