
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 12956 pubblicata il 14 maggio 2025, ha rigettato il ricorso di Sony Music contro gli eredi di Lucio Battisti (Grazia Letizia Veronese e Luca Battisti), ponendo fine a una disputa legale iniziata nel 2017. La major è stata inoltre condannata al pagamento delle spese processuali, come annunciato dallo studio legale Veneziano.
Le accuse di Sony Music
Sony Music aveva accusato gli eredi di Lucio Battisti di aver opposto un diritto di veto a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali del cantautore, chiedendo un risarcimento danni di 7 milioni di euro. In particolare, la major contestava la revoca del mandato alla SIAE per l’utilizzo online delle opere, impedendo la commercializzazione delle registrazioni fonografiche sulle piattaforme digitali come Spotify. Inoltre, veniva contestato l’ostacolo all’utilizzo delle canzoni per scopi di sincronizzazione, precludendo l’uso delle registrazioni in spot pubblicitari di marchi noti come Fiat e Barilla.
Il rigetto delle domande di risarcimento
La decisione della Corte di Cassazione conferma il rigetto delle domande di risarcimento danni di Sony Music, già pronunciato in precedenza dalla Corte d’appello di Milano e dal Tribunale di Milano. Questo passaggio in giudicato segna una vittoria definitiva per gli eredi di Lucio Battisti.
Le implicazioni della sentenza
L’avvocato Simone Veneziano, legale degli eredi di Lucio Battisti, sottolinea l’importanza della sentenza per tre ragioni principali:
- La Corte ha chiarito che i contratti discografici stipulati da Lucio Battisti oltre cinquant’anni fa non consentono l’utilizzo online e pubblicitario delle registrazioni senza il consenso degli eredi o degli editori musicali.
- Si è evitato un effetto dirompente nel settore musicale, in particolare nell’editoria musicale. Sony Music sosteneva che i diritti d’autore, dell’interprete e del produttore fonografico si condizionassero a vicenda, obbligando gli eredi a consentire l’utilizzo delle registrazioni per scopi pubblicitari. La Corte ha respinto questa tesi, ribadendo che l’utilizzo economico di un’opera musicale è governato dall’autore (o dall’editore musicale) e non dal produttore fonografico.
- Gli eredi di Lucio Battisti sono stati assolti dall’accusa di aver violato gli obblighi di diligenza nei confronti di Sony Music in qualità di amministratori delle società Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l. e Aquilone S.r.l.
La sentenza ribadisce il principio fondamentale che l’autore (o l’editore musicale) ha il controllo sull’utilizzo delle proprie opere, e che le case discografiche non possono imporre l’utilizzo delle registrazioni senza il consenso degli aventi diritto.
Un equilibrio tra diritti e sfruttamento commerciale
La conclusione della “querelle” Battisti segna un importante precedente nel panorama musicale italiano. La sentenza della Cassazione riafferma il diritto degli autori e dei loro eredi di controllare l’utilizzo delle proprie opere, proteggendoli da uno sfruttamento commerciale indiscriminato. Allo stesso tempo, la decisione invita a una riflessione sull’equilibrio tra la tutela dei diritti d’autore e la necessità di promuovere e diffondere la musica attraverso le nuove tecnologie e i canali digitali. Trovare un punto di incontro tra queste esigenze è fondamentale per garantire un futuro sostenibile e creativo per l’industria musicale.