
L’apertura alla nazionalizzazione e il ruolo di Acquedotto Pugliese
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha espresso la disponibilità della Regione a partecipare attivamente a un eventuale processo di nazionalizzazione dell’ex Ilva di Taranto. In un’intervista rilasciata a Repubblica Bari, Emiliano ha sottolineato come la Regione sarebbe pronta a entrare nella compagine sociale, coinvolgendo anche gruppi regionali di rilievo come Acquedotto Pugliese (AQP).
“Ove partisse un processo di nazionalizzazione dell’ex Ilva di Taranto, la Regione sarebbe pronta a far parte della compagine sociale anche facendo entrare nella nuova società propri gruppi, come Acquedotto pugliese”, ha dichiarato Emiliano. L’ingresso di AQP, uno dei principali fornitori di acqua allo stabilimento, non sarebbe solo un supporto logistico, ma assumerebbe una vera e propria funzione industriale. Secondo il governatore, una partecipazione diretta di aziende pugliesi conferirebbe all’asset industriale strategico una maggiore capacità di reagire alle difficoltà, grazie a una logica che coniuga visione globale e radicamento locale.
Contatti con il governo e patriottismo pragmatico
Emiliano ha evidenziato di essere in costante contatto con il ministro Urso e di essere a disposizione della presidente del Consiglio per un’eventuale audizione sulle problematiche Ilva e sull’ipotesi di nazionalizzazione. “Sono in continuo contatto con il ministro Urso e a disposizione della presidente del Consiglio per un’eventuale audizione sulle problematiche Ilva e sull’ipotesi di nazionalizzazione, concetto che non mi pare sia avverso”, ha affermato.
Il governatore ha poi precisato che il patriottismo, a suo avviso, non deve essere invocato contro i più deboli, ma praticato in modo pragmatico per tutelare gli asset produttivi strategici del Paese.
La decarbonizzazione e l’accordo di programma
Un punto cruciale sollevato da Emiliano riguarda la decarbonizzazione dello stabilimento. Il presidente della Regione ha sollecitato il governo a non rimandare questo processo, ma a mantenere la promessa del ministro Urso di completarlo entro quattro anni. “Vorrei dire al governo che la decarbonizzazione non può essere rimandata, ma va mantenuta la promessa del ministro Urso di completarla entro quattro anni”, ha ribadito.
Emiliano ha insistito affinché tale impegno sia garantito all’interno di un accordo di programma e dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), trasformandolo in una certezza contrattuale e legale, piuttosto che in una semplice prospettiva.
La situazione occupazionale e l’incidente all’Afo1
Emiliano ha definito “drammatica” la situazione occupazionale, sottolineando come la riattivazione dell’altoforno Afo1, danneggiato da un incendio, sia stata un azzardo dal punto di vista tecnico-industriale. “La riattivazione di Afo1 è stata un azzardo dal punto di vista tecnico industriale. Avevamo più volte avvisato sia il commissario Giancarlo Quaranta sia il ministro che le condizioni di manutenzione di questo altoforno erano pessime”, ha spiegato.
Secondo il governatore, l’incidente renderà ancora più complessa la trattativa per l’eventuale acquisto da parte della cordata azera, che rappresenta un’opportunità fondamentale per avviare il processo di decarbonizzazione grazie alla disponibilità di gas a prezzi competitivi. “Chiunque voglia acquistare la fabbrica ha oggi il coltello dalla parte del manico”, ha concluso Emiliano.
Un futuro incerto ma con margini di manovra
La situazione dell’ex Ilva di Taranto rimane complessa e incerta, con implicazioni significative per l’economia locale e nazionale. L’apertura alla nazionalizzazione da parte della Regione Puglia, con il coinvolgimento di aziende come Acquedotto Pugliese, potrebbe rappresentare una svolta per garantire la continuità produttiva e la tutela dei livelli occupazionali. Tuttavia, la realizzazione di questo scenario dipenderà dalla volontà del governo e dalla capacità di trovare un accordo con i potenziali acquirenti, tenendo conto delle esigenze di decarbonizzazione e risanamento ambientale. La partita è ancora aperta, e il futuro dell’ex Ilva resta un tema cruciale per il futuro industriale del Paese.