
Intenso sciame sismico scuote i Campi Flegrei
Una serie di scosse di terremoto ha interessato i Campi Flegrei, generando preoccupazione nella popolazione e attivando il sistema di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’evento sismico è iniziato alle 12:07 con una scossa di magnitudo 4.4, la più forte registrata, seguita da altre scosse di magnitudo 3.5 e 3.3, oltre a numerose altre di minore intensità. In totale, sono stati registrati almeno 35 terremoti in circa quattro ore.
L’epicentro del terremoto più forte è stato localizzato in mare, vicino alla costa a ovest del Rione Terra, a una profondità di circa 2.7 chilometri. Questa profondità, secondo Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’INGV, è sempre più interessata da queste energie maggiori.
Monitoraggio costante e dati dell’INGV
L’INGV sta monitorando costantemente la situazione attraverso i suoi strumenti di rilevamento. I dati indicano un sollevamento del suolo di circa 1.5 centimetri nelle ultime settimane, senza un incremento nella velocità di sollevamento. Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha spiegato che la dinamica è simile a quella osservata negli ultimi mesi, con l’energia che si accumula fino a causare la rottura della roccia. L’area si sta deformando e la sismicità si concentra nelle zone di Solfatara, Monte Nuovo e nella zona costiera del golfo di Pozzuoli.
Al momento, non ci sono segnali di risalita del magma verso la superficie. Tuttavia, Bianco ha precisato che il magma è attivo in profondità e sta producendo fluidi magmatici, come anidride carbonica e monossido di carbonio, che risalgono verso la superficie. Sono state osservate anche diverse frane da crollo nelle aree Accademia, Rione Terra e Solfatara, a causa dell’instabilità del territorio e degli effetti delle scosse.
Precauzioni e preparazione: le raccomandazioni degli esperti
Gli esperti dell’INGV sottolineano l’importanza di un monitoraggio continuo e di una corretta interpretazione dei dati per evitare conclusioni affrettate. Pur non essendoci evidenze di un’imminente eruzione, la possibilità di una risalita del magma a medio o lungo termine non può essere esclusa. Pertanto, è fondamentale essere preparati e consapevoli dei rischi.
Di Vito ha sottolineato che i terremoti, pur non essendo una cosa normale, sono una possibilità concreta in un’area vulcanica attiva come i Campi Flegrei. Ha quindi invitato i cittadini a favorire i controlli alle abitazioni, ad evitare comportamenti errati e a non intasare le strade per agevolare l’accesso ai mezzi di soccorso e ai ricercatori.
Riflessioni sulla gestione del rischio sismico e vulcanico
La recente attività sismica ai Campi Flegrei solleva interrogativi sulla gestione del rischio sismico e vulcanico in aree densamente popolate. La combinazione di attività vulcanica, instabilità del suolo e alta densità abitativa richiede un approccio integrato che comprenda il monitoraggio scientifico, la pianificazione dell’emergenza e la comunicazione efficace con la popolazione. È essenziale investire in ricerca e tecnologia per migliorare la capacità di previsione e mitigazione dei rischi, garantendo la sicurezza e la resilienza delle comunità locali.