Danni ingenti all’agricoltura piemontese
L’agricoltura piemontese sta subendo danni significativi a causa della proliferazione della fauna selvatica. Nel solo 2024, i danni accertati e riconosciuti ammontano a 570.642 euro per la Città metropolitana di Torino e a ben 4.502.611 euro per l’intero Piemonte. Questi danni interessano un’area vasta, pari a 7.548 ettari nel Torinese e 29.162 ettari in Piemonte, con le colture seminative, in particolare il mais, e i prati e pascoli, che risultano essere le più colpite.
Coldiretti lancia l’allarme e chiede interventi
Coldiretti Torino ha espresso forte preoccupazione per la situazione, sottolineando come i danni maggiori si riscontrino nei parchi e nelle zone di divieto di caccia, dove i cinghiali sono i principali responsabili. Seguono caprioli, cervi e corvidi. L’associazione evidenzia come queste cifre dimostrino l’entità dei costi collettivi derivanti dalla mancata gestione del cinghiale e degli altri ungulati, in un momento storico in cui è fondamentale garantire una produzione agricola di prossimità, al riparo dalle speculazioni dei mercati mondiali.
Rimborsi insufficienti, serve una soluzione definitiva
Il presidente di Coldiretti Torino e vicepresidente regionale, Bruno Mecca Cici, ha dichiarato: “I nostri agricoltori non vogliono dipendere dai rimborsi, vogliono l’eliminazione del problema”. I rimborsi, pagati dalle Regioni su delega dello Stato, non sono considerati una soluzione sufficiente. Gli agricoltori chiedono interventi concreti per ridurre la presenza della fauna selvatica e proteggere le loro colture.
Abbattimenti insufficienti per contenere i danni
Nonostante gli abbattimenti di cinghiali, i dati rimangono lontani dagli obiettivi minimi necessari per contenere i danni e prevenire la diffusione della Peste suina africana. Nel 2024, nel Torinese sono stati abbattuti 8.536 cinghiali e 32.405 in tutta la regione. Secondo Mecca Cici, questi numeri sono ancora del tutto insufficienti: “Avevamo convenuto che un numero accettabile avrebbe dovuto attestarsi a 50mila in Piemonte, di cui almeno 15mila in provincia di Torino”.
Un problema complesso che richiede soluzioni integrate
La questione dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura è un problema complesso che richiede un approccio integrato. Da un lato, è necessario intensificare gli sforzi per il controllo della popolazione di cinghiali e altri ungulati, attraverso piani di abbattimento mirati e una gestione più efficace delle aree protette. Dall’altro, è fondamentale sostenere gli agricoltori con misure di prevenzione dei danni, come recinzioni e dissuasori, e con un sistema di risarcimento rapido ed efficiente. Solo attraverso un’azione coordinata tra istituzioni, agricoltori e associazioni ambientaliste sarà possibile trovare una soluzione sostenibile che tuteli sia l’agricoltura che la biodiversità.
