Notte di lutto e protesta sotto il Consiglio Regionale

La scorsa notte, circa quaranta persone si sono riunite sotto il palazzo del Consiglio regionale a Cagliari per una veglia funebre in segno di protesta contro le esercitazioni militari Joint Stars, la più importante operazione della Difesa in corso nel golfo di Cagliari. Uomini in felpa rossa e donne in abito nero, simbolo del lutto, hanno allestito un piccolo accampamento per manifestare il loro dissenso. Il Presidio permanente del Popolo Sardo ha organizzato l’evento, puntando il dito contro le esercitazioni che, a loro dire, contribuiscono alla violenza e alla distruzione.

Scene di teatro e simbolismo: il dolore per Gaza

La protesta ha assunto forme teatrali toccanti: le donne hanno inscenato la morte dei bambini di Gaza, piangendo accovacciate accanto a bare bianche disposte in via Roma. Una grande scritta nera su sfondo bianco recitava: “La propaganda delle armi non cura i bambini…li uccide”, sottolineando il messaggio pacifista e umanitario della manifestazione. Questa mattina, la mobilitazione è proseguita con una marcia verso il Molo Ichnusa, dove è stata proposta una rappresentazione teatrale che simulava i bombardamenti su Gaza, un’azione simbolica per evidenziare le conseguenze devastanti della guerra.

Contestazione della Joint Star for Charity

Parallelamente alla veglia funebre, un’altra manifestazione, promossa da gruppi antimilitaristi, si è svolta al Molo Ichnusa. Nel mirino delle critiche è finita la Joint Star for Charity, una serie di eventi benefici organizzati in concomitanza con l’esercitazione militare. Gli attivisti denunciano l’uso di bambini nella locandina propagandistica, il patrocinio della Regione e del Comune di Cagliari, e la presenza di produttori di armi tra gli sponsor. Secondo i manifestanti, questi elementi servono solo a “confondere e mascherare la natura strettamente militare e bellicista della Joint Star”, creando una “fuorviante narrativa finto caritatevole”.

Accuse di propaganda e strumentalizzazione

Gli attivisti contestano fermamente l’idea di “spacciare un’azione di forza, edulcorandola con risibili momenti di giovialità pubblica e impegno sociale”. La loro posizione è chiara: non accettano che un’esercitazione militare, intrinsecamente legata alla violenza e alla guerra, possa essere presentata come un’iniziativa benefica e caritatevole. La protesta mira a smascherare quella che considerano una strategia di propaganda per rendere più accettabile un’operazione che, a loro avviso, promuove la cultura della guerra e della distruzione.

Riflessioni sulla protesta e il suo significato

Le proteste contro le esercitazioni militari a Cagliari sollevano importanti questioni sull’impatto delle attività militari sulle comunità locali e sulla percezione pubblica della guerra. La combinazione di veglie funebri, rappresentazioni teatrali e contestazioni dirette agli eventi benefici evidenzia una profonda preoccupazione per la militarizzazione della società e per le conseguenze umanitarie dei conflitti armati. È fondamentale ascoltare e comprendere le ragioni di queste proteste, aprendo un dialogo costruttivo sulle alternative alla guerra e sulla promozione della pace.

Di veritas

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