Monumento vandalizzato a Sesto San Giovanni
Il monumento eretto in memoria di Sergio Ramelli e Enrico Pedenovi, inaugurato recentemente a Sesto San Giovanni, è stato oggetto di un atto vandalico. Ignoti hanno imbrattato il monumento con escrementi e vi hanno apposto la scritta “l’omaggio quotidiano a due fascisti”. La scoperta è avvenuta nella mattinata odierna e immediatamente denunciata dall’assessore comunale all’Urbanistica, Antonio Lamiranda.
La reazione dell’amministrazione comunale
L’assessore Lamiranda ha espresso la sua indignazione per l’atto, sottolineando che il monumento è un bene pubblico e che l’autore del gesto ha danneggiato un patrimonio di tutta la comunità di Sesto San Giovanni. Ha inoltre auspicato una ferma condanna da parte di tutte le forze politiche democratiche della sinistra locale, senza esitazioni o giustificazioni.
Identificata la presunta responsabile
Secondo le prime indagini, l’autrice del gesto sarebbe una donna, già nota alle forze dell’ordine per aver lasciato in passato bigliettini con la stessa grafia. La polizia l’aveva identificata nei giorni scorsi. Dopo la scoperta dell’atto vandalico, il monumento è stato prontamente ripulito.
Furto della corona commemorativa a Milano
L’episodio di Sesto San Giovanni segue di poche ore un altro atto definito “grave e vergognoso” da Fratelli d’Italia: il furto della corona commemorativa deposta in via Paladini a Milano in memoria di Sergio Ramelli, ucciso 50 anni fa. In risposta, una delegazione di FdI guidata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha deposto una nuova corona sul luogo.
Contesto storico e politico
Sergio Ramelli fu un giovane militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975 da esponenti di Avanguardia Operaia. Enrico Pedenovi, docente universitario e consigliere del Movimento Sociale Italiano, fu assassinato nel 1976. Entrambi gli omicidi si inseriscono nel clima di violenza politica che caratterizzò gli anni di piombo in Italia.
Riflessioni sull’atto vandalico
L’imbrattamento del monumento a Ramelli e Pedenovi rappresenta un gesto deplorevole che offende la memoria delle vittime e la sensibilità della comunità. Al di là delle divergenze ideologiche, è fondamentale condannare ogni forma di violenza e di intolleranza, promuovendo un dialogo civile e rispettoso della storia.
