La Nuova Circolare: Un Approfondimento Necessario
In seguito all’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, che ha introdotto misure più severe in materia di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, i ministeri dell’Interno e della Salute hanno emesso una circolare congiunta per chiarire le modalità di accertamento di tale condizione. La circolare, indirizzata a prefetti e questori, pone l’accento sulla necessità di stabilire una correlazione temporale tra l’assunzione di droghe e la guida, evidenziando che la punibilità scatta solo in presenza di una “perdurante influenza della sostanza stupefacente o psicotropa in grado di esercitare effetti negativi sull’abilità alla guida”.
Il Collegamento Temporale: Un Elemento Chiave
La circolare ministeriale sottolinea che l’elemento distintivo della nuova norma risiede nello “stretto collegamento tra l’assunzione della sostanza e la guida del veicolo”. Questo significa che non è sufficiente rilevare la presenza di metaboliti di droghe nell’organismo del conducente, ma è necessario provare che la sostanza sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida, tale da far presumere che i suoi effetti siano ancora attivi. In altre parole, occorre dimostrare che la sostanza stupefacente o psicotropa influenzi ancora le capacità di guida al momento del controllo.
Le Precisazioni del Ministero dei Trasporti
Il Ministero dei Trasporti (Mit) ha tenuto a precisare che la nuova circolare non contraddice le novità introdotte dal Codice della Strada. Secondo il Mit, i test per certificare la presenza di droga alla guida sono confermati e la direttiva adottata l’11 aprile è “in piena coerenza” con le nuove regole. L’obiettivo, secondo il ministero, è punire chi si mette alla guida dopo aver assunto droghe, superando il concetto di “stato di alterazione”, considerato soggettivo e non dimostrabile. Il Mit ha inoltre sottolineato che l’assunzione di droga è diversa dall’uso di farmaci, anche cannabinoidi, prescritti per cure mediche, al fine di non penalizzare chi è sottoposto a tali terapie.
Dubbi di Costituzionalità e il Caso di Pordenone
La nuova normativa è finita sotto la lente della Corte Costituzionale, a seguito di un’ordinanza del Tribunale di Pordenone. Il caso riguarda una donna che, coinvolta in un incidente stradale, è risultata positiva agli oppiacei, pur negando di aver assunto droghe. La conducente ha riferito di aver assunto, nelle ore precedenti l’esame, un ansiolitico e un farmaco contenente codeina. Il Tribunale ha sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale della norma, contestando il fatto che essa punisca chiunque abbia assunto sostanze stupefacenti, a prescindere da una valutazione degli effetti sulla capacità di guida. La Consulta dovrà quindi valutare se la nuova normativa rispetti i principi costituzionali, in particolare il principio di offensività, secondo cui una condotta è punibile solo se causa un danno o un pericolo concreto.
Un Equilibrio Delicato tra Sicurezza Stradale e Garanzie Individuali
La nuova normativa sulla guida sotto l’effetto di droghe rappresenta un tentativo di rafforzare la sicurezza stradale, punendo chi si mette alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Tuttavia, la sua applicazione pratica solleva non poche difficoltà, soprattutto in relazione alla necessità di provare il nesso causale tra l’assunzione e l’alterazione delle capacità di guida. La decisione della Corte Costituzionale sarà fondamentale per chiarire i confini della norma e per garantire un equilibrio tra la tutela della sicurezza pubblica e il rispetto delle garanzie individuali.
