La Sentenza di Primo Grado e le Reazioni
Leonardo Caffo, filosofo 37enne, è stato condannato a Milano in primo grado a 4 anni per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della sua ex compagna. Secondo l’accusa, durante un litigio nell’estate del 2020, Caffo avrebbe causato alla donna una frattura “scomposta” con “accorciamento del dito” di una mano. La sentenza ha suscitato una forte reazione da parte del filosofo, che subito dopo la lettura del dispositivo ha dichiarato: “Va bene educarne uno per colpirne mille, io sono stato colpito. Su un piano morale chiedo scusa”.
L’Appello e la Strategia Difensiva
L’avvocato Fabio Sghembri, nuovo difensore di Leonardo Caffo, ha depositato i motivi di appello chiedendo il ribaltamento della sentenza. Sghembri, noto anche per la sua difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ha basato la sua strategia sulla presunta reciprocità delle violenze psicologiche e delle umiliazioni all’interno della coppia. Secondo l’atto di appello, le violenze poste in essere dall’ex compagna di Caffo sarebbero state addirittura superiori, da un punto di vista statistico, a quelle contestate al filosofo. Gli “elementi probatori”, secondo la difesa, indicherebbero che Caffo non ha avuto il ruolo di “manipolatore” né ha agito seguendo “uno schema patriarcale”, ma in “qualche caso reagì” alle “aggressioni” e agli “insulti” di lei. La difesa ha anche proposto il rinnovamento dell’istruttoria dibattimentale e, in subordine, l’esclusione della circostanza aggravante e l’emissione di una sentenza di non doversi procedere, sostenendo che la denuncia nei confronti di Caffo non sarebbe stata presentata entro i termini previsti dal codice.
Il Contesto dell’Indagine e le Misure Cautelari
L’indagine che ha portato alla condanna di Leonardo Caffo è nata da una denuncia presentata dall’ex compagna. In seguito alla denuncia, è stata disposta la misura cautelare dell’allontanamento e del divieto di avvicinamento, poi revocata nel settembre dell’anno scorso dopo circa due anni.
Una Vicenda Complessa
Il caso di Leonardo Caffo solleva interrogativi importanti sulla dinamica delle relazioni e sulla percezione della violenza di genere. La tesi difensiva, che punta sulla reciprocità delle violenze, apre un dibattito delicato sulla difficoltà di stabilire ruoli e responsabilità all’interno di una coppia. Sarà compito della Corte d’Appello valutare attentamente le prove e determinare se la sentenza di primo grado debba essere confermata o ribaltata.
