Il Caso al Centro del Dibattito

Il procedimento nasce da un caso di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali ai danni di agenti della polizia ferroviaria nella stazione di Foggia. La Procura ha contestato l’applicazione di nuove circostanze aggravanti introdotte dal decreto-legge n. 48/2025, che inaspriscono le pene per reati commessi in stazioni ferroviarie e contro agenti di pubblica sicurezza.

Le Aggravanti Contestatte

Nello specifico, si tratta dell’aggravante comune prevista dall’art. 61 n. 11 decies del codice penale, che punisce più severamente chi commette reati all’interno o nelle immediate adiacenze di stazioni ferroviarie e metropolitane, e della circostanza speciale di cui all’art. 337 co. 3, che aggrava la resistenza a pubblico ufficiale quando la violenza o minaccia è rivolta contro ufficiali o agenti di polizia durante l’esercizio delle loro funzioni.

I Dubbi di Costituzionalità Sollevati

La Procura di Foggia ha espresso forti perplessità sulla compatibilità di queste norme con diversi articoli della Costituzione italiana. In particolare, si contestano possibili violazioni degli artt. 3 (principio di uguaglianza), 25 (principio di legalità), 27 (funzione rieducativa della pena) e 77 co. 2 (disciplina dei decreti-legge).

Ragionevolezza, Coerenza e Disparità di Trattamento

Secondo la Procura, le nuove aggravanti non rispondono a criteri di ragionevolezza e coerenza, creando disparità di trattamento tra situazioni analoghe. Si dubita, ad esempio, che la semplice commissione di un reato in una stazione ferroviaria giustifichi un aumento di pena rispetto a un reato simile commesso in un altro luogo.

La Questione del Decreto-Legge

Un altro punto critico riguarda l’utilizzo del decreto-legge per introdurre tali aggravanti. La Procura contesta la mancanza dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti dalla Costituzione, suggerendo che il ricorso a questo strumento legislativo sia stato motivato dalla volontà di accelerare l’approvazione delle norme, bypassando il normale iter parlamentare.

Le Implicazioni per il Parlamento e i Cittadini

L’utilizzo del decreto-legge, secondo la Procura, avrebbe compresso le prerogative del Parlamento nel processo di definizione delle scelte di criminalizzazione, compromettendo al contempo la conoscibilità delle norme da parte dei cittadini a causa dell’assenza di un adeguato periodo di vacatio legis (il periodo che intercorre tra la pubblicazione di una legge e la sua entrata in vigore).

Il Ruolo della Rivista ‘Sistema Penale’

La rivista giuridica ‘Sistema Penale’, diretta dal professor Gian Luigi Gatta, ha dato risalto alla vicenda, sottolineando l’importanza del dibattito sulla legittimità costituzionale del decreto-sicurezza e il ruolo cruciale del pubblico ministero nel sollevare tali questioni.

Un Equilibrio Delicato

La vicenda sollevata dalla Procura di Foggia pone interrogativi fondamentali sull’equilibrio tra l’esigenza di garantire la sicurezza pubblica e il rispetto dei principi costituzionali. La decisione del Tribunale, attesa per il 17 giugno 2025, potrebbe avere un impatto significativo sull’applicazione del decreto-sicurezza e sul futuro della legislazione penale in Italia.

Di veritas

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