Rivolta al Carcere Minorile di Bologna
Da ieri sera, il carcere minorile di Bologna è nuovamente al centro di tensioni. Alcuni detenuti, concentrati in una sola sezione, hanno dato vita a una rivolta in segno di protesta contro una serie di trasferimenti. In particolare, i giovani reclusi si oppongono al trasferimento di alcuni compagni alla Dozza, la sezione per adulti del carcere bolognese.
Il Tentativo di Sopralluogo e il Diniego
Simona Larghetti, capogruppo in Regione di Alleanza Verdi Sinistra, ha tentato di accedere alla struttura questa mattina per effettuare un sopralluogo e valutare la situazione di persona. Tuttavia, l’accesso le è stato negato dalle autorità competenti. “Accesso che mi è stato negato”, ha dichiarato Larghetti all’ANSA, sottolineando come la situazione sia tutt’altro che rientrata, contrariamente a quanto sembrava in un primo momento ieri sera.
Situazione in Evoluzione e Preoccupazioni
La situazione all’interno del carcere rimane in evoluzione. “Oggi non ci sono ambulanze, ma vedo penitenziaria, carabinieri, questura. La situazione è in corso ma non ho alcuna informazione”, ha aggiunto Larghetti. Sembra che alcuni ragazzi si siano rifiutati di rientrare nelle proprie celle in segno di protesta contro i trasferimenti in corso.
La Denuncia di Larghetti: “Guerra Ideologica sui Giovani”
Simona Larghetti ha espresso profonda preoccupazione per la gestione della situazione. “Siamo molto preoccupati – dice Larghetti – perché sui giovani si sta consumando una guerra ideologica che cerca di alzare la tensione in tutte le maniere, si usa solo la forza, si abbandonano i percorsi riabilitativi e si procede con i vecchi metodi”. La capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra denuncia un approccio repressivo e la mancanza di attenzione verso i percorsi di recupero e reinserimento dei giovani detenuti.
Riflessioni sulla Gestione delle Carceri Minorili
La situazione al carcere minorile di Bologna solleva interrogativi sulla gestione delle strutture detentive per giovani e sull’efficacia delle politiche di riabilitazione. L’uso della forza e l’abbandono dei percorsi riabilitativi, denunciati da Larghetti, rappresentano un campanello d’allarme che invita a una riflessione più ampia sul sistema penale minorile e sulla necessità di investire in programmi di recupero e reinserimento sociale.
