Il caso scatenante: incidente e positività agli oppiacei

Un incidente stradale avvenuto lo scorso dicembre a Pordenone ha portato alla luce una potenziale criticità del nuovo Codice della Strada. La conducente coinvolta, dopo essere stata ricoverata, è risultata positiva agli oppiacei tramite l’analisi delle urine. Tuttavia, la donna ha dichiarato di non aver assunto droghe, ma farmaci contenenti codeina, un oppiaceo utilizzato come analgesico e sedativo della tosse, e un ansiolitico.

Il rinvio alla Corte Costituzionale

La giudice per le indagini preliminari (gip) del Tribunale di Pordenone, Milena Granata, ha deciso di rinviare il caso alla Corte Costituzionale, sollevando dubbi sulla legittimità costituzionale del nuovo Codice. La decisione è stata presa dopo che il pubblico ministero (pm) Enrico Pezzi aveva richiamato l’attenzione sul caso specifico.

Le criticità sollevate: reato di pericolo astratto?

Una delle principali obiezioni riguarda il fatto che il nuovo Codice punisce chiunque risulti positivo all’assunzione di sostanze stupefacenti, senza una valutazione effettiva dello stato di alterazione psicofisica al momento della guida. Questo, secondo la gip, trasformerebbe il reato di pericolo in un reato di pericolo astratto, punendo non un comportamento concretamente pericoloso, ma la mera assunzione di sostanze.
In sostanza, si contesta la proporzionalità della pena per chi, pur avendo assunto una sostanza stupefacente, non si trovi in uno stato di alterazione tale da compromettere la capacità di guida. La Corte Costituzionale dovrà quindi valutare se la norma rispetti i principi costituzionali di proporzionalità e ragionevolezza.

Codeina e altri farmaci: un problema di interpretazione?

Il caso solleva anche un problema di interpretazione riguardo all’assunzione di farmaci contenenti sostanze che possono risultare positive ai test antidroga. Molti farmaci, come quelli contenenti codeina, sono legali e prescritti per specifiche patologie. La questione è se l’assunzione di tali farmaci, anche in assenza di alterazione psicofisica, debba essere equiparata all’assunzione di droghe illegali ai fini della responsabilità penale.

Un delicato equilibrio tra sicurezza stradale e diritti individuali

La questione sollevata dal Tribunale di Pordenone pone un interrogativo fondamentale sull’equilibrio tra la necessità di garantire la sicurezza stradale e la tutela dei diritti individuali. Se da un lato è imprescindibile contrastare la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dall’altro è necessario evitare di criminalizzare comportamenti che non costituiscono un pericolo concreto per la sicurezza pubblica. La decisione della Corte Costituzionale sarà cruciale per definire i confini della responsabilità penale in materia di guida sotto l’effetto di sostanze e per garantire un’applicazione equa e proporzionata della legge.

Di veritas

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