Un interrogativo personale: ‘Perché loro e non io?’
All’uscita dal carcere romano di Regina Coeli, Papa Francesco ha condiviso con i giornalisti un’intima riflessione sulla sua Pasqua, rispondendo con un semplice ma significativo ‘Come posso’. Questa espressione racchiude il profondo senso di responsabilità e vicinanza che il Pontefice sente verso i detenuti. Durante la visita, il Papa ha espresso un interrogativo che lo accompagna ogni volta che varca le soglie di un istituto penitenziario: ‘Ogni volta che entro in un posto come questo mi domando perché loro e non io’. Questa domanda esistenziale rivela la sua umiltà e la sua empatia verso coloro che si trovano in una condizione di privazione della libertà.
La tradizione spezzata e la promessa di vicinanza
Papa Francesco ha espresso il suo rammarico per non poter rinnovare quest’anno il tradizionale gesto della lavanda dei piedi, un rito che rievoca l’Ultima Cena di Gesù e che il Pontefice ha sempre compiuto in contesti di marginalità e sofferenza, come le carceri. ‘A me piace fare tutti gli anni quello che ha fatto Gesù il Giovedì Santo, la lavanda dei piedi, in carcere’, ha dichiarato. Tuttavia, ha assicurato la sua presenza spirituale e il suo sostegno ai detenuti: ‘Quest’anno non posso farlo, ma posso e voglio essere vicino a voi. Prego per voi e per le vostre famiglie’.
Un incontro di preghiera e benedizione
La visita al carcere di Regina Coeli è stata caratterizzata da momenti di intensa spiritualità e comunione. Dopo un momento di preghiera condivisa, Papa Francesco ha salutato individualmente ciascuno dei detenuti presenti nella Rotonda, rivolgendo loro parole di conforto e incoraggiamento. Infine, ha guidato la recita del Padre Nostro e ha impartito la sua benedizione, un gesto di protezione e speranza per tutti i presenti. La visita, seppur breve, è stata un segno tangibile della sua vicinanza e del suo impegno verso i più vulnerabili.
Regina Coeli: storia e realtà di un carcere romano
Regina Coeli, situato nel cuore di Roma, è uno dei più antichi e noti istituti penitenziari italiani. Costruito alla fine del XIX secolo, il carcere ha una storia complessa e travagliata, segnata da episodi di sovraffollamento e difficoltà nella gestione dei detenuti. Nonostante le sfide, Regina Coeli si impegna a offrire programmi di riabilitazione e reinserimento sociale, con l’obiettivo di favorire il recupero dei detenuti e la loro preparazione al ritorno nella società. La visita di Papa Francesco rappresenta un importante segno di attenzione verso questa realtà e un invito a riflettere sulle condizioni di vita all’interno delle carceri.
Un gesto di profonda umanità
La visita di Papa Francesco al carcere di Regina Coeli, in prossimità della Pasqua, è un gesto di profonda umanità e un richiamo ai valori di compassione e solidarietà. La sua riflessione personale sul perché della sua libertà rispetto alla detenzione degli altri invita a una riflessione più ampia sulla giustizia sociale e sulla necessità di offrire opportunità di redenzione e reinserimento a chi ha sbagliato. La sua presenza e la sua preghiera sono un segno di speranza per i detenuti e un invito a non dimenticare chi si trova in difficoltà.
