
Un epilogo storico e documentario
Antonio Scurati torna con l’ultimo capitolo della sua acclamata serie dedicata a Benito Mussolini, ‘M La fine e il principio’ (Bompiani). Questo quinto volume, dedicato a coloro che credono ancora nella democrazia e li invita a lottare per essa, narra gli ultimi seicento giorni della vita del Duce e dell’Italia fascista. Scurati definisce questo periodo come l’ultima pagina, la più fosca e sanguinaria, del fascismo. Come nei precedenti volumi, anche questo si presenta come un ‘romanzo documentario’, basato su una rigorosa documentazione storica, con brani e fonti accuratamente riportati. Unica eccezione, il monologo finale affidato al cadavere di Mussolini, una riflessione sul futuro e sul ritorno ciclico degli spettri del passato.
La caduta e la fine di un dittatore
Il libro si apre nell’estate del 1943, con Mussolini deposto e deportato, e si conclude nell’aprile del 1945, con il suo cadavere esposto a Piazzale Loreto. Scurati descrive la fine di Mussolini come un ritorno all’origine, un epilogo tragico segnato dall’oscenità, dall’orrore e dal massacro. La narrazione ripercorre le tappe della caduta del Duce: dalla prigionia a Ponza e alla Maddalena, alla liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi e alla creazione della Repubblica di Salò, uno Stato fantoccio che coincise con uno dei periodi più bui per l’Italia.
Un monito per il presente e il futuro
In occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, l’uscita di ‘M La fine e il principio’ assume un significato particolare. Scurati sottolinea come oggi, più che mai, sia necessario ricordare e assumersi la responsabilità della storia, di fronte a un numero crescente di persone che tendono a negare o a rimpiangere quel periodo. L’autore avverte del pericolo di ripetere gli errori del passato e invita a non dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Scurati presenterà il libro in diversi eventi, tra cui un incontro con Corrado Augias a Roma e un reading teatrale a Milano.
Riflessioni su una memoria necessaria
L’opera di Scurati si conferma un’indagine profonda e necessaria sulla storia del fascismo, un monito a non dimenticare le tragedie del passato per costruire un futuro democratico e consapevole. Il successo della saga dimostra la sete di conoscenza e la volontà di confrontarsi con un periodo storico complesso e ancora oggi oggetto di dibattito. La scelta di Scurati di utilizzare il romanzo documentario permette di coniugare rigore storico e narrazione avvincente, rendendo la storia accessibile a un pubblico ampio e stimolando la riflessione critica.