
La disputa territoriale al centro delle tensioni
La Guyana e il Venezuela sono coinvolti in una lunga disputa territoriale riguardante la regione di Essequibo, un’area vasta e ricca di risorse naturali che il Venezuela rivendica come propria. Questa disputa ha radici storiche, risalenti al periodo coloniale, e ha causato tensioni significative tra i due paesi nel corso degli anni.
La regione di Essequibo rappresenta una parte considerevole del territorio della Guyana e ospita importanti risorse naturali, tra cui giacimenti di petrolio, minerali e foreste. La scoperta di ingenti riserve di petrolio nella regione negli ultimi anni ha intensificato ulteriormente la disputa, aumentando la posta in gioco economica e geopolitica.
Il Venezuela ha intensificato le sue rivendicazioni sulla regione, mettendo in discussione la validità dei confini stabiliti nel XIX secolo. Questa posizione ha portato a crescenti preoccupazioni in Guyana, che teme per la sua sovranità e integrità territoriale.
La Guyana ha sempre sostenuto che la disputa debba essere risolta attraverso mezzi pacifici e nel rispetto del diritto internazionale. Il paese ha fatto appello alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) per dirimere la controversia, confidando nella sua giurisdizione per risolvere la questione in modo equo e definitivo.
La posizione della Guyana: rispetto del diritto internazionale e appello alla CIG
Il primo ministro della Guyana, Mark Phillips, ha ribadito con forza l’impegno del suo paese verso il rispetto del diritto internazionale e la risoluzione pacifica delle controversie. Durante il suo discorso al IX vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), Phillips ha sottolineato che la Guyana ha sempre aderito ai principi della Carta delle Nazioni Unite e allo Stato di diritto.
Phillips ha evidenziato che la Guyana ha rispettato la Dichiarazione di Argyle, un accordo firmato con il Venezuela nel dicembre 2023 a Saint Vincent e Grenadine, con l’obiettivo di ridurre le tensioni tra i due paesi. Questo accordo prevedeva l’impegno a non utilizzare la forza o minacciare l’uso della forza per risolvere la disputa territoriale.
Il primo ministro ha ribadito la fiducia della Guyana nella Corte Internazionale di Giustizia (CIG) come forum appropriato per risolvere la controversia. La Guyana ha presentato il caso alla CIG, sostenendo che la Corte ha giurisdizione per dirimere la questione in base all’Accordo di Ginevra del 1966, che stabilisce i meccanismi per una risoluzione negoziata.
La Guyana confida che la CIG emetterà una sentenza equa e vincolante che rispetti il diritto internazionale e protegga la sua sovranità e integrità territoriale.
La Dichiarazione di Argyle e gli sforzi per la de-escalation
La Dichiarazione di Argyle, firmata da Guyana e Venezuela nel dicembre 2023, rappresenta un tentativo di ridurre le tensioni tra i due paesi e creare un clima più favorevole alla risoluzione pacifica della disputa territoriale. L’accordo, mediato da Saint Vincent e Grenadine, prevede una serie di impegni da parte di entrambi i paesi, tra cui:
* Non utilizzare la forza o minacciare l’uso della forza per risolvere la disputa.
* Astenersi da azioni che potrebbero aggravare la situazione o compromettere la pace e la sicurezza nella regione.
* Continuare il dialogo e la cooperazione su questioni di interesse comune.
* Rispettare il diritto internazionale e le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia.
La Guyana ha ribadito il suo impegno a rispettare la Dichiarazione di Argyle e a perseguire la coesistenza pacifica e l’unità in America Latina e nei Caraibi. Tuttavia, le preoccupazioni rimangono a causa delle continue rivendicazioni del Venezuela sulla regione di Essequibo e delle recenti azioni che sono state interpretate come provocatorie.
Il ruolo della Corte Internazionale di Giustizia
La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite e ha il compito di risolvere le controversie tra Stati. La Guyana ha fatto appello alla CIG per dirimere la disputa territoriale con il Venezuela, sostenendo che la Corte ha giurisdizione per risolvere la questione in base all’Accordo di Ginevra del 1966.
L’Accordo di Ginevra prevede un meccanismo per la risoluzione negoziata della controversia, ma in caso di fallimento dei negoziati, la questione può essere deferita a un organismo internazionale per l’arbitrato. La Guyana sostiene che i negoziati con il Venezuela non hanno portato a una soluzione e che la CIG è l’organismo più appropriato per risolvere la disputa in modo definitivo.
Il Venezuela, d’altra parte, ha contestato la giurisdizione della CIG, sostenendo che la questione dovrebbe essere risolta attraverso negoziati bilaterali. Tuttavia, la CIG ha stabilito di avere giurisdizione sul caso e ha avviato un procedimento per esaminare le argomentazioni di entrambe le parti.
La decisione della CIG sarà vincolante per entrambi i paesi e potrebbe avere un impatto significativo sulla sovranità e l’integrità territoriale della Guyana.
Implicazioni geopolitiche e necessità di una soluzione pacifica
La disputa territoriale tra Guyana e Venezuela ha implicazioni geopolitiche significative per la regione latinoamericana e caraibica. La scoperta di ingenti riserve di petrolio nella regione di Essequibo ha aumentato la posta in gioco economica e ha attirato l’attenzione di attori internazionali. È fondamentale che la disputa sia risolta in modo pacifico e nel rispetto del diritto internazionale, per evitare un’escalation delle tensioni e garantire la stabilità nella regione. La comunità internazionale dovrebbe sostenere gli sforzi della Guyana per risolvere la controversia attraverso la Corte Internazionale di Giustizia e promuovere il dialogo tra i due paesi.